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Iridologia: l’occhio umano è lo stargate del benessere
Nell’iride ci sono circa 32mila terminazioni nervose. Le sue sfumature parlano delle condizioni degli organi interni
Basta guardarsi negli occhi per capire se si è in empatia con qualcuno, se c’è simpatia oppure ostilità: la sclera, la parte bianca dell’occhio, indica la direzione dello sguardo sin da quando è nato l’uomo. E l’iride «si legge come una radiografia». Concetti alla base dell’iridologia, tecnica diagnostica basata sull’arte di interpretare i segni della parte visibile dell’occhio mettendoli in relazione alla stato di salute dell’organismo.
«Una medicina preventiva - spiega Angelo Aurelio Santorelli, medico chirurgo e presidente dell’Associazione Iridologica italiana (assiri.it) -, una scienza in costante e continua evoluzione e non fine a se stessa, perché l’indice di complessità dell’uomo è tale che se non andiamo a intersecarla con altre branche scientifiche, se non abbiamo un substrato di fisiologia, patologia, clinica, non capiremo mai la complessità dell’individuo che osserviamo e a fare una diagnosi».
La ricerca di intersecazione con altre branche permette di rivedere alcuni segni che possono comparire anche al di là dell’iride. In una dimensione di poco più di una decina di millimetri come è quella dell’iride si trovano circa 32mila terminazioni nervose provenienti da tutti gli organi, per cui, prosegue Santorelli, «quando in un terreno biologico vi è un’alterazione, questa si manifesta a livello dell’iride: davanti a una macchia, un pigmento, una discromia in un particolare settore dell’iride noi sappiamo a che organo si riferisce. E questi segni possono comparire anche anni prima che appaia la malattia, per questo l’iridologia clinica è fondamentale nella genesi di malattie, è lo studio delle carenze che si manifestano nell’organismo e che sono prodromiche di patologie acute, subacute, sistemiche, allergiche, degenerative».
Una scienza di prevenzione che, collegata a nozioni cliniche, può aiutare ad agire per tempo su problematiche legate alla salute. «Un esempio - spiega Santorelli -: l’iride è diviso in dodici settori. Se un pigmento, una cicatrice è ubicato nell’iride di sinistra alle ore tre per l’iridologo può essere un segnale prodromico di patologia cardiocircolatoria. E può manifestarsi anni prima: possiamo constatare la lesione, ma allo stesso tempo andiamo a studiare altre branche semeiologiche».
Del resto, conclude il presidente dell’Associazione Iridologica Italiana, «l’occhio è lo stargate umano: dà informazioni dall’interno verso l’esterno, ma anche dall’esterno verso l’interno, perché sappiamo che i fotoni vengono ad essere recepiti attraverso l’occhio e diffondono informazioni a tutte le cellule». Con un substrato dunque forte a livello clinico, l’iridologia si pone come una forma di medicina preventiva, una finestra di osservazione che, unita alla semeiotica medico chirurgica, all’interpretazione medico chirurgica dei segni, può aiutare a far sì che una diagnosi di presunzione possa diventare diagnosi certa.
«Come Associazione Iridologica Italiana ci occupiamo di iridologia clinica ma anche di oftalmologia, cinetica pupillare, facciamo riferimento allo studio di tutte le strutture dell’iride e dell’occhio - conclude Santorelli -. Provenendo da ambienti chirurgici, io ho cercato di dare una spinta per capire come segni che possono sembrare insignificanti adesso possano avere un valore clinico nel tempo».
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