NON SOLO ARREDO
La casa? È passato, presente e un po’ futuro
I consigli dell'agente immobiliare Nadia Mayer

«La casa emana energie, soprattutto se c’è un vissuto storico. E ci sono persone che questa cosa la sentono». E a dirlo è una persona che di case se ne intende. Non solo perché ne ha viste, e ne vede, tante, occupandosi da oltre dieci anni di mercato immobiliare al punto da aver partecipato, soprattutto sul territorio romano, anche al programma televisivo Casa a prima vista. Ma anche perché quando le parli, da Nadia Mayer si sprigiona una sensibilità, una vitalità, un’attenzione che trasforma quelle che per molti potrebbero essere solo quattro mura e un tetto da avere sulla testa in un vero e proprio abbraccio.
Sensazioni che emergono anche nel suo libro, La mia casa ideale. Dove la felicità è una scelta (Rizzoli), tra consigli di stile per una casa capace di entrare in sintonia con chi la abita e suggerimenti che guidano alla ricerca della casa perfetta per ciascuno e a quegli accorgimenti che trasformano le stanze in momenti che rappresentano la personalità di chi le vive. Non certo un semplice manuale per cercare casa, ma un vero e proprio inno al “bien habiter”, fatto con competenza e passione per aiutare a trovare lo scenario prefetto della propria vita.
E dove lei, elegante e raffinata, con un passati da modella, madre di cinque figli e proprietaria di un’agenzia che opera nel real estate, si conferma convinta sostenitrice di un principio che guida la sua intera carriera: le case che abitiamo, a prescindere dalle condizioni oggettive, devono far sentire bene chi ci vive.
«La casa – spiega Nadia Mayer – è quella sicurezza di cui tutti noi esseri umani abbiamo bisogno. Dopo il mangiare e il bere che sono istinti primari, è la cuccia, la tana dove ci sentiamo al sicuro da tante situazioni, dove davvero oso dire che siamo veramente noi stessi: via le maschere, via il fatto di essere sempre al massimo , competitivi. Questa vita ti porta ad andare sempre con l’acceleratore, a casa io freno, vado quasi in retromarcia, con giorni in cui tengo il pigiama dalla mattina alla sera. Per me la casa rappresenta questo. È aspettative, è passato, presente e un po’ di futuro. Ed è stabilità affettiva, è dove consolidare gli affetti. E dove sono importanti le persone, ma anche gli animali». Lei, che non riuscirebbe a vivere senza un cane e che, confida, ha una «volpe che ci sta adottando da un po’ di giorni. Sono sconvolta dalla sua bellezza, ci aspetta la sera, pur restando sempre selvaggetta, come è giusto che sia».
Eccole qui, tutte le energie che emano dalla casa: energia vitale e amore, per se stessi e per gli altri in una dinamica di scambio. In una casa che, appunto, non è solo mura. «Io ero felice con mia mamma anche quando stavamo in una casa umida e vecchia, ero felice con lei, con i miei fratelli, era la cosa più bella del mondo. Perché non è un fatto di bellezza dei mobili, ma delle persone che abitano quell’ambiente. Certo, poi ognuno nella vita fa quello che vuole, magari è più importante avere un mobile firmato. Io preferisco avere le impronte bagnate di mio figlio sul pavimento che rientra in una serata di pioggia».
Perché la casa ideale, proprio perché il termine racchiude il concetto di idea, è diversa l’una dall’altra. «Non mi piacciono le case fatte tutte uguali – aggiunge Nadia Mayer -, io amo la diversità. Quando entri in una casa devia farla tua, è la tua personalità, il tuo stile: è casa tua e devi stare bene tu. Ci sono cose, come l’igiene, su cui non transigo, margine di trattativa zero: anche se non in maniera maniacale, ma una casa pulita è la base. Però l’idea bella è quella della casa diversa. La casa deve accoglierti, il mio libro inizia con “home sweet home”. C’è gente disordinatissima che in quel disordine si sente bene, e allora perché dobbiamo cambiare quel loro essere?».
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