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Facciamo del bene, salviamo gli animali

Le specie animali sulla terra sono 1,5 milioni, 31 mila sono quelle in pericolo e migliaia di animali persino in via di estinzione per la distruzione dei loro habitat, il commercio illegale, il bracconaggio, l’inquinamento, i cambiamenti climatici e oggi sono minacciati anche dal diffondersi del coronavirus.
Tematiche a cui l’uomo è oggi più sensibile ma per molti animali le conseguenze sono ormai irreversibili tanto che si parla di nuova estinzione di massa, la sesta da quando è comparsa la vita sulla Terra e la prima a venire accelerata dalle azioni determinanti dell’uomo.
Dall’anno della sua nascita, il WWF si batte per difendere tutte queste specie e ogni anno stila la classifica di quelle che più di altre hanno bisogno di progetti di tutela. In cima alla lista degli animali in via d’estinzione c’è il principe dei ghiacci, l’orso polare: il più grande carnivoro terrestre sta subendo forti minacce dallo scioglimento della calotta polare artica. Si stima che il totale di orsi polari sia compreso tra i 22 mila e 31 mila esemplari, divisi in 19 popolazioni. Lo segue a ruota il panda gigante, simbolo rappresentativo del WWF perché costantemente sotto minaccia della deforestazione. Sulla Terra ne sarebbero rimati circa 2mila esemplari, tra quelli in natura e quelli in cattività. Stessa sorte per l’elefante gigante africano.
Le zanne del mammifero più grande al mondo fanno purtroppo gola a molti mercati perché ricche d’avorio e si conta che ogni anno ne vengano uccisi 20mila. La minaccia principale della tigre del Bengala deriva invece dalle credenze popolari sugli effetti curativi della loro pelle. Queste sono le specie più tristemente note e su cui il WWF concentra le sue iniziative e le sue campagne di sensibilizzazione.
Le specie animali in via di estinzione sono però moltissime altre e comprendono anche animali meno popolari. Un nuovo studio condotto da esperti di Stanford e dell’Instituto de ecología, può essere d’aiuto per farsene un’idea: contiene una lista di tutte le specie note di vertebrati attualmente in via d’estinzione, che per ora sono 515 e che continueranno a crescere nei prossimi anni. Per alcune di esse la situazione è talmente grave da essere classificata “in pericolo critico”: dalle poche migliaia di esemplari rimasti di gorilla e tartarughe embricate, alle ultime decine di individui rimasti del leopardo dell’Amur, del rinoceronte di Giava e di Sumatra, della Vaquita e della tigre della Sonda.
Lo studio si basa su dati raccolti dall’International Union for Conservation of Nature, che tiene traccia di tutte le specie in pericolo (e del grado di minaccia a cui sono sottoposte) nella sua Lista Rossa, che al momento segnala che ci sono nel mondo più di 31 mila specie in via d’estinzione. Di queste, 515 sono nella lista dello studio di cui parliamo: 75 mammiferi, 335 uccelli, 41 rettili e 65 anfibi che contano meno di mille esemplari nel mondo. La maggior parte di queste specie, si legge nello studio, sono concentrate nelle regioni a più alta biodiversità sul pianeta, quindi quelle tropicali e subtropicali.
Senza spingersi tanto lontano però, anche in Italia ci sono specie a rischio di estinzione e che continuano ad aumentare, arrivando, in una delle ultime stime, a contare 266 specie in pericolo. In cima alla classifica dei “nostri” animali, c’è l’orso bruno marsicano da sempre un simbolo degli Appennini, che ha visto drasticamente ridursi il suo habitat e il numero dei suoi esemplari: ad oggi si contano appena una cinquantina di animali, raccolti all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. In pochi la conoscono, ma anche l’Aquila del Bonelli è altamente minacciata a causa della scomparsa del proprio habitat naturale, ma non solo.
Un’altra specie ha visto la sua fine, si tratta del coniglio selvatico delle piane siciliane, preda preferita dell’aquila del Bonelli. Per tutte queste ragioni questa specie di volatile conta oggi meno di venti coppie, tutte in Sicilia. I lupi italiani hanno invece sfiorato l’estinzione, arrivando a toccare meno di 500 esemplari. Tuttavia diversi programmi di volontariato sono in corso per ripopolare i monti. E poi ci sono le splendide farfalle diurne a rischio estinzione in Italia, circa il 13%. Altro simbolo indiscusso delle Alpi italiane e in pericolo è lo stambecco alpino.
Il capovaccaio, un avvoltoio italiano che vive tra Puglia, Calabria e Sicilia è una delle specie più a rischio di tutte: ne sono rimaste appena sette coppie. Come la pernice bianca, un magnifico esemplare volatile che vive sulle Alpi italiane, rischia l’estinzione a causa del riscaldamento globale. Anche i pipistrelli sono notevolmente diminuiti. Non era raro prima, infatti, scorgerli nelle campagne o in periferia con il calare della notte.
L’Italia conta un altissimo numero di specie di pipistrelli: ben 34 su un totale di 45 specie europee ma purtroppo la metà di esse è attualmente a rischio estinzione. E poi ci sono le anatre mediterranee, di cui si contano una ventina di specie e il pelobate fosco, anche conosciuto come “rospo della vanga”, che vive nell’area della Pianura Padana.
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