LA CERIMONIA
La rinascita di Monteviasco: «Una comunità coesa e forte»
Dopo la riapertura della funivia, l’inaugurazione di una targa per ringraziare i carabinieri del loro operato. Presente il presidente Attilio Fontana

«Gli abitanti di Monteviasco hanno dimostrato di saper essere una comunità». È questo il commento del presidente della regione Lombardia Attilio Fontana, presente oggi nel borgo varesino per l’inaugurazione di una targa per ringraziare i carabinieri del loro operato in questi anni, dalla chiusura della funivia causata da un fatale incidente sul lavoro alla riapertura l’agosto scorso, dopo sette anni. «Questi pochi abitanti hanno dimostrato che comunque bisogna tenere sempre duro, hanno dimostrato che bisogna sempre lottare per ottenere ciò che era un loro legittimo diritto» ha detto il presidente. Presente alla cerimonia anche il vice presidente del Consiglio Regionale, il varesino Giacomo Cosentino, e la sindaca Norha Sahnane.
«TEMPI LUNGHI DETTATI DALLA BUROCRAZIA ITALIANA»
«Noi abbiamo messo a disposizione i soldi quindici giorni dopo che si era verificato l’incidente - ha poi spiegato a margine Fontana -. Poi questa è la dimostrazione della burocrazia italiana, delle difficoltà di poter arrivare a una soluzione che volevano tutti, ma che non si riusciva a raggiungere. E devo dire che anche l’ultimo passo è stato determinato dalla presenza del viceministro Edoardo Rixi, il quale è riuscito a superare gli ultimi problemi, perché altrimenti ne sarebbero emersi altri».
COSENTINO: «ERAVAMO IN POCHI A CREDERCI ANCORA»
«Abbiamo lavorato 7 anni per arrivare a questo bellissimo giorno. Mi sento proprio di meritarmi di essere qui visto che, ad un certo punto, eravamo rimasti in 3 o 4 a crederci ancora - ha aggiunto Cosentino - Già dopo un mese dalla tragedia che ha causato il fermo dell’impianto abbiamo provveduto a stanziare le risorse necessarie per coprire i costi di servizio e finanziare tutti i lavori utili (totale circa 400mila euro di contributi regionali), ma ci sono state un susseguirsi di complicazioni incredibili che ci hanno portati ad affrontare l’inverosimile. Ma non ci siamo mai persi d’animo - nonostante critiche e momenti di sconforto - e con un lavoro di squadra sincero e costruttivo direi che ce l’abbiamo fatta».
LA STORIA DEL BORGO
Il piccolo borgo, con 18 abitanti, molto frequentato da appassionati di trekking e di montagna, era rimasto isolato dal 12 novembre 2018, quando un infortunio sul lavoro aveva ucciso Slavano Dellea, storico manutentore dell’impianto. Monteviasco è infatti raggiungibile solo attraverso l’impianto a fune oppure percorrendo a piedi una mulattiera da 1.800 gradini. L’impianto è rimasto fermo prima a causa dell’inchiesta giudiziaria seguita all’infortunio mortale, poi a causa di difficoltà nell’individuare un nuovo gestore.
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