I RACCONTI
La storia di Cristo sull’anta dell’Armadio degli Argenti
Dal museo fiorentino di San Marco, il testamento artistico di Beato Angelico esposto nell’edizione «Capolavoro per Milano»

ll regalo per Natale del Museo Diocesano di Milano è siglato Beato Angelico. Per la quindicesima edizione di «Capolavoro per Milano» è arrivata dal museo fiorentino di San Marco una delle ante dell’Armadio degli Argenti dedicata alle Storie dell’Infanzia di Cristo, dall’Annunciazione alla Disputa fra i Dottori.
L’armadio raccoglieva le offerte votive destinate all’immagine miracolosa della Vergine nella chiesa fiorentina della SS. Annunziata, ancor oggi tra le più venerate a Firenze. La sua decorazione pittorica fu commissionata nel 1448 da Piero de Medici a Beato Angelico (1395-1455), al secolo Guido di Pietro, ed è una delle opere più ricche, complesse e affascinanti del frate domenicano. Come ogni anno, il desiderio dei curatori, la direttrice del Museo Diocesano di Milano Nadia Righi ora in tandem con Angelo Tartuferi, direttore del Museo di San Marco di Firenze, con il supporto dello specialista dell’Angelico Gerardo De Simone, è quello di offrire al visitatore l’occasione di ammirare una sola opera o racconti singoli, isolati dal loro contesto di provenienza e indagati da molteplici punti di vista. Un’occasione di profondità di sguardo che normalmente, in mostre e musei, non ci viene concessa o non ci concediamo.
Sfilano dunque otto episodi dell’infanzia di Gesù, preceduti dalla Visione di Ezechiele, resi con minuzia miniaturistica e una luminosità tersa secondo la proposta di meditazione di due santi confratelli del Beato Angelico, Tommaso d’Aquino e Caterina da Siena. Come scrive Tartuferi nel testo a catalogo, l’opera rappresenta «una sorta di vero e proprio testamento, sia artistico che spirituale, di tale intensità e, soprattutto, di livello qualitativo sublime». L’episodio dell’Annunciazione, che si svolge tra le volte di un porticato rinascimentale, spazio aperto e insieme “giardino chiuso” simbolo della purezza di Maria, raccoglie l’eredità del veneratissimo affresco trecentesco dell’Annunziata a Firenze e quella all’inizio del corridoio dell’ex dormitorio del vicino convento di San Marco.
La Natività presenta Maria e Giuseppe in adorazione di un Bambino sfolgorante di luce divina, fonte di chiarità in una notte silenziosa. L’omaggio dei Magi, che ripropone l’impianto frontale della predella dell’Annunciazione del Museo del Prado a Madrid e della cella numero 5 dell’ex dormitorio di San Marco, è una sinfonia di rosa intrisi di luce e di azzurro lapislazzulo, con il dettaglio umanissimo del dialogo tra Giuseppe e uno dei saggi venuti all’Oriente.
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