LE NONNE
Non solo i nipoti sono rock

Baby sitter a tempo pieno fino almeno ai dieci anni dei bambini, prendendosene cura nel 60,4% dei casi quando i piccoli hanno meno di due anni, nel 61,3% quando ne hanno dai tre ai cinque, nel 47,1% se più grandi, secondo una recentissima indagine Istat.
“Fattori” fondamentali per l’evoluzione umana e per la trasmissione della longevità femminile, oltre che perno della famiglia e della cura secondo la teoria antropologica della grandmother hypothesis sostenuta tra gli anni Ottanta e Novanta dell’antropologa dell’università dello Utah Kristen Hawkes.
E che siano ieri come oggi ritenute invadenti dalle figlie ormai mamme, che siano social e al passo con i tempo, una cosa è certa: le nonne restano un pilastro fondamentale e la loro condizione, in Italia, può essere considerata una vera e propria categoria sociologica.
«Attualmente – spiega la sociologa Maria Carmen Belloni, già docente all’Università di Torino – parlando di nonni in generale abbiamo quelli che vivono vicino al nuovo nucleo familiare e quelli che invece, per motivi legati a spostamenti di lavoro, alla globalizzazione, è sempre più difficile abitino di fianco ai figli. Ruoli e funzioni cambiano».
Considerando anche che, a fronte di un aumento della durata della vita e di «una carenza nel welfare – prosegue – spesso la famiglia di origine di una giovane coppia ha a carico anche un anziano non autosufficiente. E le nonne, soprattutto, sono spesso chiuse tra queste tre generazioni. A farsi carico di un genitore anziano sono infatti nel 95% dei casi le donne. A ciò si unisce il sostegno alla propria famiglia e il farsi carico dei nipotini, permettendo alle mamme di lavorare».
Sì, perché nel caso vivano vicino alla famiglia dei figli, sono i nonni a ricoprire un ruolo fondamentale nella custodia dei bambini. E se per recuperarli da scuola o accompagnarli alle attività extrascolastiche l’impegno è solitamente suddiviso tra nonni e nonne, queste ultime sono però quelle maggiormente “caricate” dal resto delle incombenze.
«Cucinano spesso per i nipoti, lavano – spiega Belloni -. Insomma, il “fare” è più della nonna, mentre molto forte è lo spazio di gioco relazione dei nonni maschi con i nipotini».
L’altra faccia del fenomeno, legata alla mobilità del lavoro e alla dislocazione della nuova famiglia, è quella per cui il ruolo dei nonni risulta spesso “virtuale”, con «una perdita a livello emotivo ed emozionale e un cambio del tipo di relazione. E se c’è una solidità economica, spesso c’è una dislocazione da parte dei nonni, anche se temporanea, che è più difficile per una donna».
Detto questo, però, resta il rapporto con i nipoti da parte di nonne che se non più giovani rispetto al passato, sono sicuramente più giovanili, grazie al miglioramento della qualità della vita. «C’è il piacere di godersi di più la vita e, anche attraverso l’alta possibilità di aggiornarsi, anche di fare per esempio corsi legati alle nuove tecnologie, si può essere più vicini ai ragazzini, pur nelle difficoltà che ci sono oggi, anche da parte dei genitori, di essere vicini ai ragazzi di oggi – sottolinea Belloni.
«E c’è da dire che oggi forse sono proprio le nonne che riescono a ritrovare con i nipoti il tempo che, se da giovani lavoravano, non riuscivano a dedicare in pieno ai figli: è una sorta di ricompensa dal punto di vista psicologico. E anche se non ci sono studi approfonditi in questo senso, c’è un recupero della relazionalità con i bambini che è molto forte».
Insomma, il ruolo delle nonne si modifica con gli anni, certamente, gli stili di vita influiscono su atteggiamenti e modi di pensare e di porsi, ma è la nonna principalmente a restare punto di sostegno, legando questo aspetto a una carenza di welfare per la famiglia che purtroppo esiste ancora. Anche in Italia.
«Negli anni – conclude Belloni – mi sono spesso occupata di lavoro domestico e di genere e purtroppo non è cambiato molto. In Italia il carico materiale vale principalmente per le donne, anche se i nuovi padri hanno maggior interesse nei confronti dei figli, più di tipo ludico che lavorativo. E questo vale a maggior ragione per le generazioni più anziane, dove a essere molto caricate restano, appunto, le nonne».
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