ANIMALI
Lupo, che “Crepi” o che “Viva” dipende solo da noi
Può essere considerato sacro o additato come essere crudele. L’antenato dei cani domestici da sempre “migliori amici dell’uomo”. Il predatore è presente dalla Calabria alle Alpi, anche in territori fino a pochi decenni fa ritenuti non idonei.
In ogni epoca c’è sempre stato un lupus in fabula. Poteva essere considerato sacro e onorato come una divinità o additato come essere crudele e simbolo del male. Nella favola dei nostri giorni, il lupo è un animale protetto che sta riprendendo i propri spazi, da cui stava piano piano scomparendo a causa dell’intervento dell’uomo. Il predatore, all’apice della catena alimentare, è in grado di cacciare prede di notevoli dimensioni, che altrimenti sarebbe impossibile controllare ed è quindi tra i tutori di un equilibrio sottile e complesso. È fedele al branco all’interno del quale le femmine hanno un ruolo importante non solo come garanti della continuazione della specie. È un animale schivo e non attacca l’uomo, non riconoscendolo come possibile preda ma come una minaccia da cui allontanarsi velocemente. E dall’uomo dipende la sua esistenza, che “Crepi” o che “Viva” il lupo dipende da noi.
Mia Canestrini, conosciuta come voce radiofonica, conduttrice, scrittrice, è, prima di tutto la “donna che corre con i lupi”. Si è messa sulle loro tracce da giovanissima quando, studentessa di Scienze naturali, doveva cercare segni di presenza dei lupi per studiarne la genetica. Zoologa specializzata in conservazione della biodiversità animale, da oltre quindici anni si dedica a progetti di conservazione di questa specie. Nel suo ultimo libro Nelle terre dei lupi. Storie italiane di un ritorno (Piemme) racconta il suo viaggio tra l’Irpinia, la Toscana, l’appennino emiliano, la Valtellina e il litorale romano alla ricerca delle tracce di questo maestoso mammifero. Con la conoscenza della studiosa e la curiosità dell’esploratrice l’autrice ha tracciato gli spostamenti del lupo sul territorio italiano, le suo nuove abitudini e traiettorie. Un racconto di lupi e di natura «che – spiega – parte dal mio vissuto e dalle mie esperienze». Il volume offre importanti spunti di riflessione sul nostro tempo, sul rapporto che abbiamo con Madre Natura e con le sue creature. «Il libro – racconta Mia Canestrini – è un invito a riflettere sul ruolo che ci siamo ritagliati su questo pianeta in quanto umanità. La crisi climatica e la biodiversità ci mettono di fronte a una sfida: accettare di far parte della natura recuperando stili di vita e consumi più sostenibili oppure continuare sul filo narrativo dell’antitesi tra natura e cultura che però sta portando verso la catastrofe e l’estinzione assieme ad altre migliaia di specie. Possiamo anche illuderci di poter vivere separatamente dal resto degli organismi viventi, piante e animali, ai quali sottraiamo da decenni spazi e risorse ma se loro muoiono noi moriremo con loro. Oggi la natura sembra volerci dimostrare che ci vuole con sé e tenta con ogni forza di inglobarci nuovamente all’interno dei suoi ecosistemi appena ne ha l’occasione». Il caso del lupo ne è un esempio. Oggi in Italia, il predatore è presente dalla Calabria alle Alpi, anche in territori fino a pochi decenni fa ritenuti non idonei per la specie grazie alla maggiore disponibilità di prede selvatiche, dell’abbandono delle aree marginali da parte dell’uomo e alla sua maggiore protezione sia a livello legislativo sia da parte di associazioni che si occupano della tutela animale. Il primo monitoraggio nazionale del lupo, condotto tra il 2020 e 2021 nell’ambito del progetto Life Wolf Alps EU in sinergia con Ispra, ha stimato la presenza nel nostro Paese di 3.300 lupi, 102 branchi e 22 coppie nelle regioni alpine, anche in zone collinari e pianeggianti. Scopo dell’iniziativa, trovare sinergie per la coesistenza tra attività umane e lupo che, va ricordato, da un lato è antenato dei cani domestici “migliori amici dell’uomo” e dall’altro è un competitore per la selvaggina e un predatore del bestiame e degli allevamenti.
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