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Massini e Barbarossa tra verità e sentimenti

L’amore ci fa causa per diffamazione. Querela tutti noi, querela il pubblico, querela Stefano Massini e Luca Barbarossache, al Maggiore di Verbania, domenica 9 luglio si presentano sul palco con “La verità, vi prego, sull’amore”.
LO SPETTACOLO
Uno spettacolo con testi inediti e brani musicali scritti per l’occasione, dove, spiega Stefano Massini, «la chiave di lettura sta nel titolo scelto, un verso del componimento di Auden che in quel “vi prego” contiene tutti i presupporti, chiede: come? Un’altra volta a parlare d’amore? Vi prego, allora, questa volta che sia la verità! Perché l’amore è iperraccontato, iperfilmato da che esiste il mondo». E sul palco Massini e Barbarossa si presentano con una provocazione: la querela per diffamazione, appunto, da parte dell’amore, che ci accusa di diffondere verità a cui crediamo solo noi. E lo fa con i testi raccontati da Massini, «testimonianze - aggiunge l’artista - che non sono storie d’amore, ma storie sull’amore, attorno all’amore».
MUSICA INEDITA PER L’OCCASIONE
Queste storie si intrecciano con le musiche composte da Luca Barbarossa. «Quando Stefano Massini mi ha coinvolto parlandomi di questa sorta di indagine sull’amore attraverso storie molto belle che lui ha raccolto negli anni – racconta il cantautore -, abbiamo cominciato facendo una cernita di canzoni sia mie sia non mie che andassero bene per questo spettacolo. Però mi sono trovato tra le mani un materiale così interessante e stimolante che ho preferito scrivere canzoni inedite, diventate anche un album, un concept».
«L’AMORE È DIVENTATO UNA MALITANZA»
Del resto, le canzoni di Barbarossa «sono sempre state attraversate dall’amore così come dalla storia, dal contesto, da quello che succede intorno e che è successo nel passato - aggiunge -. Qui ci sono tante storie che risentono del periodo che stiamo attraversando: siamo usciti da una pandemia con grande fatica, grandi sacrifici, grandi perdite sotto tutti i punti di vista: mi riferisco in modo particolare a chi ha attraversato il covid nell’adolescenza, anni in cui le storie d’amore si formano mentre loro sono stati tenuti a debita distanza per paura dei contagi. E siamo entrati in un periodo in cui avremo dovuto risorgere e invece siamo stati buttati in una guerra nel cuore dell’Europa che ci ha sconvolti. E oggi l’amore è quasi diventato una militanza, è talmente controcorrente parlare d’amore in un contesto che mi sembra ci stia portando nel suo esatto opposto. Aumentano i conflitti grandi e piccoli, anche nel privato, nelle storie di tutti i giorni: quasi un modo di non passare mai attraverso l’amore, di non considerarlo. E frequentarlo è quasi da rivoluzionari, da clandestini». E un amore che risente di una nostra costante ossessione alla sua verbalizzazione, mentre spesso «accetta di vivere un silenzio» aggiunge Stefano Massini.
LA TRAMA
Come nella storia che apre lo spettacolo, di due anziani inglesi che hanno vissuto insieme tutta la vita senza mai essersi detti “amore”. «Lo spettacolo - prosegue Massini - ha due cifre fondamentali. L’ironia, è graffiante, sornione, satirico, ci divertiamo a smontare la melassa che sta sull’amore ovunque con cose che colpiranno al cuore i romantici, come la dimostrazione scientifica per cui l’amore è una sostanza chimica. Ed è uno spettacolo che inevitabilmente risulta ferocemente spiazzante». Soprattutto in un mondo come il nostro, «dove - conclude Massini - sembra che tutto debba essere detto, scritto, manifestato, anche sui social. L’amore è qualcosa di intimo, non ha bisogno di essere dichiarato così in pubblico: dobbiamo cercare i sentimenti più che le parole».
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