Not Fungible Tokens
NFT, le forme alternative della musica
L’acronimo sta a indicare i beni digitali unici e insostituibili

Not Fungible Tokens. È la definizione nascosta nell’acronimo NFT, l’innovativo formato commerciale per la fruizione delle opere d’arte digitali. Gettoni applicati su registri online di vendita non modificabili che attestano la proprietà e l’esclusività di un prodotto a favore del suo creatore. Conferendogli, a differenza dei canali streaming, tutti i diritti che possiederebbe un’opera fisica. Da questa primavera gli NFT sono entrati prepotentemente nel vocabolario di numerosi artisti italiani, in particolare musicali. Uno di questi è il tastierista e deejay dei Subsonica Davide Dileo, alias Boosta, che a inizio giugno ha lanciato sulla piattaforma Makersplace il suo nuovo progetto Music Is Art. Una collezione di NFT che prevede sia oggetti musicali sia invenzioni visuali, grazie alla collaborazione con il fumettista e illustratore croato Danijel Zezelj. I due sono stati supportati dalla start-up Genuino, fortemente interessata ai possibili sviluppi di questa nuova frontiera del mercato artistico.
L’idea di approfondire il mondo degli NFT è nata «dall’idea di valore e libertà – spiega Boosta –. Avere la possibilità di un nuovo strumento che mi libera dalla garbata schiavitù dei codici pop e restituire valore alla musica come gesto artistico e non solo di intrattenimento è un privilegio che voglio esplorare». Adottando il formato NFT, il musicista si assicura infatti un maggior controllo in termini di responsabilità, copyright e introiti di vendita. Garanzie per nulla scontate in tempi caratterizzati dal dominio commerciale della musica liquida. L’obiettivo è un’industria musicale più attenta alla diversificazione dei prodotti e alla valorizzazione dell’artista. Questo perché, continua Boosta, il valore aggiunto degli NFT è «la libertà di un’economia circolare con una filiera più corta. La possibilità di reinvestire le risorse nella ricerca e nella sperimentazione con molta più libertà di un contratto vincolante con un’etichetta che mette obbligatoriamente dei paletti. Se la musica non è solo oggetto di consumo ma, come tutte le opere d’arte, diventa valore da possedere, allora cambiano i paradigmi».
Com’è giusto che sia, il fulcro di Music Is Art è tuttavia più artistico che economico. Il rapporto instaurato tra Boosta e Žeželj è stato fonte di corrisposta ispirazione, all’insegna di un dialogo tra le arti in cui equilibrio e fantasia procedono affiancati: «È stato affascinante lavorare insieme. Perché non abbiamo messo disegni sulla musica o musica sui disegni… È stato un lavoro cresciuto insieme con le suggestioni che ci siamo scambiati. È una composizione che si è alimentata con la nostra reciproca creatività». Del resto, il 5 giugno scorso, all’apertura delle vendite, gli utenti di Makersplace non hanno avuto solo l’occasione di acquistare le creazioni audiovisive del duo, ma anche di assistere a una loro performance live. Un caso unico: si è trattato della prima volta di un NFT dal vivo, tra musica e visual art. «L’idea di unicità dell’NFT andava esplorata e premiata – commenta Boosta –. Quindi, sempre nell’ottica di restituire valore al gesto, la performance live, che già per definizione è unica, diventa un fulcro cardine per cementare il concetto di quello che abbiamo messo in opera». L’altra strada aperta dall’utilizzo degli NFT è la costruzione di un nuovo collegamento diretto tra artista e fanbase, non più mediato dalle strategie principalmente commerciali delle più note piattaforme musicali. In altre parole, si prefigura una risposta all’inadeguatezza del modello dello streaming, il quale, soprattutto nei due anni pandemici, ha dimostrato tutte le sue manchevolezze nei confronti dei creatori di opere d’arte. Come recita il titolo del progetto, se la musica è arte, è arrivato il momento di considerarla tale, a livello intellettuale ed economico. A prescindere dal fatto che si trovi sullo scaffale di un negozio o su un sito web. Gli NFT saranno però capaci di cambiare le modalità di fruizione musicale? Boosta non dà responsi risolutivi: «Non so se sia la rivoluzione definitiva, perché questo periodo di ipertrofia tecnologica suppongo continuerà a lungo. Quello che so è che uno strumento in più, centrato su un nuovo concetto di valore, materiale e immateriale, è una strada affascinante da esplorare e, come tutti gli strumenti, da utilizzare».
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