DA VEDERE
Amore, malattia senza immunità

Doppio appuntamento al teatro Parenti di Milano con Filippo Timi, protagonista in Sala Grande dal 22 al 30 ottobre con Lucia Mascino in Promenade de santé e nel Foyer dal 25 al 30 ottobre in Cabaret delle piccole cose, quest’ultimo da lui scritto e interpretato accanto a Erica Bianco, Livia Bonetti, Matteo Cecchi, Francesca Fedeli, Ilaria Marchianò, Viola Mirmina, Alice Pagotto, Marco Risiglione, Elena Rivoltini, Federico Rubino e Federica Scianna. Produzione del Teatro Franco Parenti, Cabaret delle piccole cose è un insieme di dieci monologhi scritti, come afferma lo stesso Timi nelle note di regia, «per dare voce a chi voce non ne ha», e che raccontano la storia, le tragedie, gli amori di dieci piccole cose, dalla candelina senza stoppino al rubinetto che perde, da un sasso innamorato all’eco di una cantante all’ultima sigaretta fumata prima di smettere. «Protagonista – prosegue Timi nelle note di regia - è una drammaturgia che nasce dal silenzio e dalla fragilità di sentimenti che appartengono al mondo. Questi piccoli oggetti, come per magia, prendono il coraggio per strappare i fili dell’ovvietà, proponendosi in un cabaret a volte surreale a volte melanconico, a volte disperatamente comico». Promenade de santè, prodotto da Marche Teatro, segna invece il debutto alla regia teatrale del regista cinematografico di Giuseppe Piccioni, con un testo di Nicolas Bedos nella traduzione di Monica Capuani con al centro una scena d’amore tra un narcisista ossessivo e una psicotica paranoica e schizofrenica. Malati in cerca di eros e amore che si cercano, poi fuggono, e duettando scavano nelle debolezze e nelle paure. Per Timi e la Mascino è un ritorno sul palco del Parenti, teatro alla cui storia sono molto legati. Entrambi sono tra l’altro anche in televisione nella serie I delitti del BarLume tratta dai romanzi di Marco Malvaldi. E mentre, come citato, Timi sarà in questo finale del mese di ottobre anche protagonista al Parenti del Cabaret delle piccole cose, Lucia Mascino tornerà sul palco di via Pier Lombardo a febbraio. Promenade de santé, scrive Giuseppe Piccioni nelle note di regia, «è un testo complesso, pieno di insidie e di possibili chiavi di lettura. Abbastanza aperto per poterne proporre una rappresentazione personale e l’ideale per un regista come me che ama lavorare con gli attori, che vede nel lavoro degli attori e con gli attori il cuore della propria ricerca, così come ho cercato di evidenziare nella mia esperienza cinematografica». Anche un altro motivo ha spinto il regista a scegliere questo. Lo spiega ancora nelle note di regia: quello di « evitare, proprio nella cosiddetta seconda fase della pandemia, di infilarmi in temi che avessero direttamente a che fare con l’attualità, di fuggire cioè la tentazione di parlare della terribile esperienza che abbiamo vissuto in questi ultimi mesi e, nello stesso tempo, rilanciare un’idea di contagio ben diversa, quella appunto del contagio amoroso, di una malattia necessaria che da sempre, ostinatamente cerchiamo di rinnovare, nonostante le controindicazioni, le conseguenze, sempre incapaci di giungere a una immunità che ci ponga definitivamente al riparo da possibili sofferenze. Che senso ha parlare d’amore nell’era post covid? Beh, per me significa tornare a parlare di vita». Perché in questo momento «c’era l’urgenza e la responsabilità di tornare a fare qualcosa davanti a un pubblico. Il desiderio, appunto, di manifestarci in modo non rituale, di assecondare quella nuova energia e di trasferirla sulla scena».
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