I GIOCHI
Carte: un nuovo sport

Una volta terminate le ricette da cucinare con la nonna e spenta la televisione dopo l’ennesimo bollettino medico, il lockdown degli italiani ha visto protagoniste le carte da gioco. E quindi un sano svago e divertimento, con un mix fra fortuna e capacità attraverso il poker, il bridge, il ramino, fino alle classiche briscola o scopa.
Durante le settimane di chiusura, il tempo infinito da passare in casa, come confermano anche le aziende produttrici di Settebelli, assi e figure, ha infatti spinto le vendite di giochi da tavola e mazzi di carte.
E, fra essi, c’è stato un ritorno all’amore per uno dei giochi più tradizionali: il bridge.
Un passatempo nobile e troppo complicato? Macché. Semplificando al massimo, il gioco nato in Inghilterra nell’Ottocento si disputa due contro due, con un mazzo di 52 carte e il meccanismo di base è quello della risposta a seme: tutti i giocatori sono obbligati a giocare una carta per turno, rispettando il seme della carta appoggiata dal primo giocatore di ogni turno.
L’obiettivo del gioco è fare più punti degli avversari, giocando e prendendo le giuste carte.
In attesa di tornare a frequentare i circoli dell’unico gioco di carte riconosciuto dal Coni come sport, la Federazione italiana gioco bridge sta rinnovando gli appuntamenti con i corsi online di bridge, totalmente gratuiti. L’iniziativa ha coinvolto pure la provincia di Varese, dove il gioco di carte si sviluppa attraverso tre associazioni, una scuola di bridge e vanta 40 allievi, oltre a tanti appassionati che continuano a esercitarsi e sperimentare nuove modalità di gioco, attraverso le più recenti tecnologie informatiche. I corsi proposti dalla Figb sono dedicati a chi vuole scoprire il bridge partendo da zero, ma anche chi ha già qualche piccola conoscenza può partecipare e cogliere l’occasione per ricominciare.
Un percorso di apprendimento in cui si allena la mente divertendosi e stimolando la socializzazione e l’interattività, in attesa di ripartire con l’attività dal vivo.
«In questi anni ci siamo mossi in maniera importante sull’intero territorio di Varese riuscendo a passare da 7 a 40 allievi - racconta Patrizia Cervini, vicepresidente del Bridge Varese -. Il nostro è un circolo storico e di grande tradizione, con 115 soci e in grado di portare a casa titoli europei; attualmente abbiamo, per esempio, Paolo Uggeri e Franco Garbosi che fanno parte della Nazionale Senior e Francesco De Leo, uno dei giocatori maggiormente di punta che milita nella Nazionale in coppie miste con Margherita Costa».
Fra i campioni varesini, come detto c’è Paolo Uggeri, 67 anni, ex direttore di banca e che ora “fa di conto” con le carte, vincendo un campionato italiano Senior e piazzandosi al terzo posto agli Europei: «Sono una persona che ragiona molto - racconta Uggeri - e quindi ho uno stile di gioco molto riflessivo. D’altronde il bridge è un gioco di pazienza e, alla fine, vince chi riesce a tener i nervi più saldi. Non bisogna mai perdersi di fronte alle difficoltà oppure a un errore, perché per gli avversari, il momento più difficile da affrontare è quando, nonostante un pessimo risultato, l’altra coppia mantiene la testa alta e non si scoraggia. Perché nel bridge non vince il più fortunato, ma la fortuna ciascuno se la costruisce, partendo anche da carte brutte».
Un altro big del bridge varesino è Francesco Parolaro, selezionato per la nazionale Open per partecipare i campionati del mondo 2014 in Cina. «Il bridge – racconta il 68enne, forte di uno stile di gioco piuttosto aggressivo - ti aiuta a ragionare e ad analizzare. Un po’ come a scuola, con la traduzione del latino, che ti obbliga a studiare la situazione per affrontarla al meglio».
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