VICINO A VERBANIA
Ghiffa, il gioiello del lago

Situata sopra un piccolo promontorio, Ghiffa, in provincia di Verbania, gode di una vista favolosa su un amplissimo tratto del Lago Maggiore.
Il clima molto mite anche d’inverno, la ricchezza della vegetazione spontanea e la policromia dei giardini che circondano le numerose ville, come quella costruita dal principe russo Pietro Troubetzkoy, la rende una meta ideale per una gita fuori porta, partendo anche dal Varesotto o dell’Altomilanese.
Uno degli itinerari più belli e allo stesso tempo comodi da percorrere è sicuramente quello che porta tra i versanti del monte Carciago, dove si estende la Riserva naturale del Sacro Monte della santissima Trinità di Ghiffa.
La superficie di quest’area è infatti interamente ricoperta di boschi, dov’è possibile incontrare scoiattoli, volpi o ricci, con l’eccezione del complesso monumentale barocco che sorge nel Sacro Monte, che comprende il Santuario, tre cappelle e il porticato della Via Crucis. Luogo di antichissima devozione popolare, l’attuale Sacro Monte di Ghiffa sembra essere parte di un progetto più ampio e articolato che non fu mai portato a compimento e che doveva raffigurare episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento. Il complesso è costituito da 3 cappelle, tutte realizzate tra il 1646 e il 1703. La prima è dedicata all’incoronazione di Maria, la seconda a San Giovanni Battista e ospita anche un plastico, dove viene ricordato il momento del battesimo di Gesù nel Giordano e la terza ad Abramo. A coronamento del complesso si erge il porticato della Via Crucis costituito da 14 arcate poggianti su colonne di pietra, chiuso da una cappella dedicata alla Vergine addolorata.
Per ammirare pienamente questi luoghi, si suggerisce un percorso di 2 ore e 15 minuti circa con 550 metri di dislivello che parte dal posteggio del lungolago di Ghiffa, prende via Marconi e arriva a Pollino, passando dal Sacro Monte e dal Lago delle Streghe. Giunti al Santuario della SS. Trinità, si segue il sentiero con segnavia 18, passando per la Cappella del Porale, la cappelletta della Rosa e vari punti panoramici, fino ad arrivare, appunto, a Pollino. Come detto, qui l’arte e la natura danzano in maniera armonica come in molte altre parti del Lago Maggiore, tanto che il Verbano è stato recentemente raccontato da Alberto Angelo in una delle puntate di Meraviglie, trasmissione della prima serata di Rai Uno.
Tornando alla Riserva naturale del Sacro Monte della Santissima Trinità di Ghiffa, essa si estende su una superficie di circa 200 ettari, in un’altitudine compresa tra 350 e 780 metri. La vegetazione arborea è costituita in prevalenza da castagno governato a ceduo, testimonianza della pesante influenza antropica che storicamente ha caratterizzato questa zona. La monotonia di questa forma di vegetazione, pur predominante, è in realtà solo apparente. Sul versante verso il lago si trovano infatti delle discrete superfici a conifere e a latifoglie esotiche: pino strobo, cedro deodara e quercia americana. Mentre sul versante opposto, caratterizzato da un pendio più dolce, il ceduo di castagno è spesso interrotto da aree che ospitano betulla, pioppo tremolo, frassino, acero e in particolare di farnia, oltre ad agrifoglio, ontano e tasso. La prima testimonianza del Sacro Monte di Ghiffa narra della presenza di un antico oratorio, la cui fama crebbe in breve, iniziando a essere un luogo venerato, perché considerato miracoloso. Questo edificio venne abbattuto agli inizi del Seicento per ampliare il santuario stesso, perché la chiesa non riusciva più ad accogliere tutti i pellegrini in cerca di una grazia. Il monte crebbe per quasi tre secoli sia a livello architettonico che come frequentazione, grazie al culto della Trinità diffuso in Val Travaglia e Valle Intrasca, all’autorizzazione a speciali indulgenze, alla posizione ideale per feste popolari che divennero molto partecipate. Inoltre nel tempo crebbero le ville signorili nella zona e le famiglie facoltose apprezzavano e sostenevano il Sacro Monte. Dopo un periodo di decadenza e di abbandono, negli ultimi anni è avvenuta una rinascita che ha permesso di riconsegnarci quel gioiellino che si può ammirare ancora oggi.
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