DA APPUNTARSI
Gli animali fantastici ci assomigliano

Nell’originalissima wunderkammer della fantasia di Franco Matticchio abitano animali inverosimili, non frutto di ingegneria genetica ma di un grande talento ironico e frizzante. Capita così di incontrare l’Orso botanico, la Camicetta, la Gazza da baseball, i Cincinghiali, il Gatto cogli stivali, i Pulcinesi, e vedersi ronzare attorno un Mocerino, dopo che l’Orospopo ci ha predetto la ventura. Matticchio, 64 anni, tra i migliori illustratori non soltanto italiani, ci regala il terzo volume della serie Animali sbagliati (Vànvere edizioni, euro 17) e già la straordinaria copertina, che li vede tutti in attesa della metropolitana, strappa un sorriso, perché in fondo ognuno di noi si può riconoscere in questi strani individui, che dell’uomo prendono usi e costumi non sempre difendibili. «Se mi dovessi identificare in uno degli animali sbagliati lo farei con il cucciolo che Biancaneve (e i sette…cani) tiene in braccio. Mi sono divertito molto a inventare questi personaggi, cercando parole che si prestano ad essere cambiate e associate a un animale. Spesso le combinazioni mi venivano nel dormiveglia, e prima di alzarmi dal letto me le appuntavo su un taccuino», dice Franco Matticchio, autore tra l’altro della sigla animata del film Il mostro, di Roberto Benigni, e del manifesto per il Giro d’Italia 2020. «Il libro è tutto uno scherzo, perché in realtà sono passato dal volume uno degli Animali sbagliati al terzo, il secondo in realtà non esiste ma, come si dice, non c’è tre senza due, così può darsi che mi metta al lavoro per pubblicarlo». L’illustratore di Linus e Linea d’ombra, autore di una copertina per la prestigiosa rivista The New Yorker, ha anche realizzato, per Garzanti, le copertine dell’opera omnia di Giorgio Scerbanenco e Carlo Emilio Gadda, ed ha esposto, nel 2011, un suo dipinto alla Biennale di Venezia.
«A settembre porterò i miei animali al Festivaletteratura di Mantova, in una mostra intitolata L’arca di Matticchio, e ho realizzato le illustrazioni per il libro di Francesco Guccini Storie liete, fiabe nere e tempi andati, uscito da Rizzoli. L’anno scorso ho pubblicato Ho dimenticato l’ombrello, disegni senza parole in cui compare sempre, da qualche parte un parapioggia lasciato lì per caso. Uno è finito perfino sugli anelli di Saturno».
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