AL TEATRO DELLA COOPERATIVA
Coppia aperta quasi spalancata... È cambiato qualcosa?
Lo spettacolo a Milano. Un modo per ricordare talento e intelligenza di Franca Rame

Alessandra Faiella e Valerio Bongiorno sono una Coppia aperta, quasi spalancata, nella commedia di Dario Fo e Franca Rame al teatro della Cooperativa dal 3 al 14 novembre, con la regia di Renato Sarti. Un testo scritto quasi quarant’anni fa, ma ancora attualissimo in molte dinamiche. «È sempre un grosso onore per me portare in scena questo testo che ho visto la prima volta in teatro proprio fatto da Franca Rame – sottolinea Alessandra Faiella -. Erano gli anni Novanta e mi esaltò: è davvero sempre emozionante interpretare un testo di cui lei è anche autrice e nel quale, raccontando una dinamica di coppia dove una donna è protagonista, sicuramente ha messo molto anche del suo. Noi abbiamo fatto qualche piccola variante perché andava attualizzato in alcuni punti, ma l’essenza è rimasta la stessa, perché purtroppo le cose non sono molto cambiate». Una commedia che non nasconde l’importanza di difendere le conquiste civili, in primo luogo proprio delle donne. Un’attualità, prosegue Alessandra Faiella, che è in «tutti i testi che toccano le grandi emozioni dell’essere umano, ma anche le distorsioni, le follie che in parte sono legate alla mancanza di cambiamenti culturali, e in parte fanno anche un po’ parte del nostro codice genetico. In questo caso si parla di gelosia, maschile e femminile, ma la reazione è diversa. Se possiamo classificare la gelosia come un grande classico, perché è un aspetto emozionale che appartiene a tutti gli esseri umani, il modo di reagire è un elemento culturale e in questo, purtroppo, la parte maschile fa passi avanti minimi, c’è ancora uno “zoccolo duro” che considera la donna sua proprietà. In Coppia aperta c’è un momento di forte aggressività anche fisica di lui su di lei che il regista Renato Sarti, pur trattandosi di una commedia, a tratti anche esilarante, ha voluto sottolineare in modo drammatico perché non passasse in secondo piano come elemento farsesco, ma come aspetto drammatico che persiste. E questo è un fato culturale, perché l’aggressività nei confronti delle donne non è qualcosa che diminuisce, ma anzi sembra andare in escalation più le donne acquistano autonomia. Cosa che molti uomini vivono come un affronto». Mettere in scena oggi questo spettacolo non è solo ricordare Franca Rame, ma anche rendere omaggio al suo talento e alla sua intelligenza. Con lei e con Dario Fo in Il papa e la strega Alessandra Faiella ha lavorato in una delle sue prime volte in teatro «ed ero esaltatissima – ricorda -. Erano due persone geniali. Con Franca ho avuto anche una collaborazione in una delle prime rassegne di teatro al femminile quando a Milano ancora c’era il teatro di Porta Romana. Lì lei aveva organizzato, appunto, una rassegna di teatro al femminile a cui avevamo partecipato io e altre attrici, allora giovanissime, con la possibilità di presentare nostri testi. Di Franca ho un ricordo molto particolare, quello che mi colpì subito era la sua eleganza, il suo modo di porsi con una sorta di distacco elegante che però non corrispondeva al suo modo di essere, perché era molto emotiva. E credo anche molto passionale». In scena al teatro della Cooperativa accanto a Faiella c’è, come accennato, un attore di lunga esperienza nel teatro comico quale è Valerio Bongiorno, capace di superare la caratterizzazione superficiale e di dare al ruolo del personaggio del marito un forte spessore, in un susseguirsi di dialoghi serrati, situazioni paradossali e colpi di scena. Le scene e i costumi sono di Carlo Sala, le musiche di Carlo Boccadoro, il disegno luci di Luca Grimaldi.
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