MILANO
«Big Data B&B», Laura Curino al Piccolo Teatro
Le nostre identità in mano alla rete. L’attrice è in scena dal 25 novembre al 12 dicembre

L’incontro tra temi tecnologici e scientifici e quelli etici. Attraverso il racconto che una curiosissima signora che ha un B&B diffuso fa parlando con il pubblico. Benvenuti a Big Data B&B, nuova produzione del Piccolo Teatro di Milano, dove è in scena dal 25 novembre al 12 dicembre, scritto e diretto da Laura Curino con la collaborazione artistica di Marco Rampoldi, su scene di Lucio Diana e con la collaborazione del Politecnico di Milano attraverso il gruppo Meta, un network di studiosi di diversi dipartimenti che si occupa di approfondire tutti i risvolti etici e gli impatti sociali dell’innovazione scientifica e tecnologica. Il tutto raccontato in maniera buffa, ironica, ma che possa suscitare una riflessione. «Sono famosa per mettere il naso nelle cose che non so e studiare – spiega Laura Curino, in scena con Beatrice Marzorati -. Dammi un tema di cui conosco poco e io adoro studiarlo. Si parla di intelligenza artificiale, ma questa ha una tale pervasività, una tale ricchezza di applicazioni che dovresti studiare l’universo mondo. I Big Data sono qualcosa così pervasiva ormai della nostra vita, ma in realtà quasi sconosciuta. E mi auguro che il mio spettacolo sia uno stimolo a pensare su questi argomenti. L’ho affrontato non in modo evocativo, ma sperando diventasse un veicolo di interesse che poi il pubblico potesse sviluppare in modo autonomo». Una curiosa signora, stanca di gestire un B&B dove la gente va e viene senza instaurare alcun contatto e spesso criticando, dà vita a un B&B diffuso, decisa ad affittare a studenti ma trovandosi invece ad avere a che fare con “professori”. «E lei – prosegue Laura Curino –, che della rete non vuole sapere niente, si trova ad avere a che fare con gente che invece di rete in un modo o nell’altro si occupa: docenti, analisti, persone che comprano e vendono dati, antropologi, filosofi, sociologi che si occupano di questa grande trasformazione, avvocati, gente che lavora per l’industria. E per gestire tutto questo la rete ci vuole». Ostacolo superato con l’aiuto di Fabrizia, che in questo campo tecnologico si è laureata. E che nasconde un segreto, così come la signora e tutti i personaggi coinvolti. E mentre Fabrizia gestisce la rete, la donna si diletta di erboristeria, facendo tisane e cremine senza grandi autorizzazioni e senza ben sapere che c’è dentro, ma che vende ai suoi clienti senza problemi. Basta che funzioni. «Non parlo mai espressamente di dati – prosegue la Curino –, non creo universi troppo distopici: il testo racconta una giornata di questa signora che, essendo curiosa, chiacchiera e viene a sapere tante cose». Muovendosi su una scenografia che propone la casa della protagonista con due tavoli: il suo, pieno di intrugli e oggetti, e quello di Fabrizia occupato solo dal suo computer, che «anche visivamente dà la differenza delle modalità della vita». E il racconto della signora è un espediente che permette «l’incontro con molti punti di vista diversi che avvengono in questo B&B. Il gruppo Meta mi ha aiutato molto in questo lavoro – spiega Laura Curino -: nasce dalla necessità di lavorare insieme tra chi si occupa di matematica, scienza, tecnologia e chi si occupa di umanità, per capire come questo nuovo universo incida sulla vita e le relazioni delle persone, su che cosa stiamo facendo, come cambierà l’umanità se tutti questi mezzi lentamente ci solleveranno dal prendere responsabilità o toccheranno la privacy come luogo interiore di discussione con la coscienza». Pur lasciando nello spettacolo spazio a un modo anche buffo per esprimere questi pensieri.
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