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Matteo Romano, da TikTok all’Ariston

«Da quando ero piccolo, quello era il sogno. Per me Sanremo è un’istituzione, rappresenta un gruppo-famiglia. E soprattutto negli ultimi anni ha avuto modo di rinnovarsi e di reinventarsi. Quindi penso proprio sia il contesto giusto per me». Il «sogno» di Matteo Romano, 19enne cantautore di Cuneo, si è avverato settimana scorsa quando ha calcato il palco del Festival di Sanremo. Una partecipazione conquistata arrivando sul podio dell’edizione Giovani e che l’ha lanciato come una delle più interessanti sorprese della kermesse.
Le parole chiave della propria musica? «Semplicità, analisi, potenza». La parabola artistica di Romano è uno specchio dei tempi. Sul finire del 2020, il suo brano «Concedimi» ha ottenuto un inaspettato successo sui social, diventando trend topic su TikTok. È stato l’inizio di un’avventura giunta poi alla svolta sanremese. L’inedito presentato all’Ariston, «Virale», annovera tra gli autori nomi noti come Dario Dardust Faini, Alessandro La Cava e Federico Rossi di Benji & Fede.
«La canzone è partita da una mia esperienza personale - racconta il cantante -. Mi piace parlare dell’amore dopo il litigio e del litigio dopo l’amore: un’emozione talmente veloce nel cambiare, nel trasmutarsi, che sa essere quasi totalizzante. Il termine che mi ha ispirato è «heartworm», una specie di parassita che esprime una sensazione che non ti esce più da dentro. Secondo me descrive bene quella che è «Virale»: un qualcosa di talmente forte che, come una canzone che diventa virale, non esce più dalla testa». A chi lo accusa di furbizia nella scelta del titolo per l’inevitabile allusione all’emergenza sanitaria, Romano risponde: «Non sono collegate le due cose. Siamo pieni di questa pandemia purtroppo, quindi mi sembrava giusto staccarmene».
I più giovani lo conoscono per le ballate solo piano e voce. Ma Romano si è ora confrontato con l’esatto opposto: la grande orchestra. «L’ho preso come fonte di stimolo - dice -. Mi ha portato a essere molto curioso di come sarebbe stata questa commistione. Penso che il mio mondo intimo del pianoforte sia stato ripreso perfettamente dall’orchestra nonostante la magniloquenza». Intimismo palpabile anche durante la serata delle cover, dove ha cantato «Your Song» con Malika Ayane: «Pensavo potesse essere una buona scelta quella di cimentarmi in un brano internazionale, dato che molti artisti avrebbero fatto canzoni italiane. Mi rispecchio molto nel personaggio di Elton John: lui con il pianoforte, io anche, entrambi cantautori. Mi ci rivedo anche nel suo metodo di scrittura molto realistico, molto semplice per quanto impattante. Malika è una delle voci più belle del panorama italiano e trovo che i colori delle nostre voci si sposino molto bene».
Romano guarda al futuro musicale con fiducia. Sia a livello personale - spera in un tour estivo - sia generale: «Si sta cambiando verso un nuovo senso della musica, una nuova consapevolezza, magari data anche dalla pandemia. Dal punto di vista della musica indie, pop, rap c’è qualcosa per ogni persona. Non si parla più di genere ma di sensibilità e di intenzione all’interno di una canzone».
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