VAL QUARAZZA
Miniere d’oro e una fiaba di lago

Camminano e danzano sulle acque al chiaro di luna, le fate, mentre gli gnomi Gut Viarghini, con cui hanno stretto un patto, scendono ogni notte nella profondità di una cava abbandonata per raccogliere oro e pietre preziose.
Preziosità che consegnano alle fate, che lo usano per arricchire i loro abiti di seta di ragno e per produrre la polvere magica che le fa volare, ricevendone in cambio marmellata di more e mirtilli. Ma quando gli gnomi si accorgono di persone che si stanno avvicinando, si immobilizzano trasformandosi in pietre.
Le loro sembianze intagliate nel legno sono attorno al Lago delle Fate, a più di 1300 metri di altitudine e a pochi chilometri da Macugnaga, e che in realtà è un bacino artificiale dalle acque smeraldine ricavato dalla costruzione negli anni Cinquanta della diga sul torrente Quarazza.
E in effetti nei pressi del laghetto si trova proprio una miniera abbandonata, la Miniera d’oro della Guja, a cui si lega il museo nella frazione di Borca, dove un percorso permette di conoscere le tecniche e i metodi di estrazione dell’oro.
La Val Quarazza è una vallata laterale della Valle Anzasca, nella provincia piemontese de Verbano-Cusio-Ossola, che termina con il Passo del Turlo, e al vertice della quale, a 1327 metri d’altezza e ai piedi della parete Est Monte Rosa, Macugnaga accoglie visitatori e turisti. Definita anche «La perla del Rosa», fu fondata del XIII secolo dai Walser, popolo di alta montagna di origine germanica, la cui tradizione è ancora testimoniata dall’architettura delle abitazioni (interessante il nucleo di case realizzate in sasso e in tronchi di larice incastrati, emblema dell’architettura Walser, nell’antico nucleo del Dorf) e dai preziosi e originali costumi, nonché nel Museo Antica Casa Walser nella frazione di Borca, una vera e propria abitazione d’epoca che si sviluppa su tre piani, completa degli arredi e di oltre seicento oggetti caratteristici della vita quotidiana, fotografie e documenti.
Centro turistico sia in estate, con la possibilità di passeggiate tra pascoli, boschi e alpeggi raggiungibili attraverso sentieri, sia in inverno grazie alle sue piste da sci e tracciati per le ciaspole, Macugnaga è ricca di bellezze artistiche, storiche e naturalistiche anche nelle sue frazioni.
Come tutti i paesi Walser, infatti, è un paese diffuso, unione di tante piccole frazioni. Da Staffa, con il Museo storico della Montagna e dell’Alpinismo e con, sul campanile della chiesa parrocchiale, una lapide che ricorda la salta alla cima Dufour del Monte Rosa nel 1889 dal sacerdote Achille Ratti, che sarebbe diventato papa Pio XI.
Poco sopra Staffa sorge il già citato Dorf, primo nucleo abitativo dei Walser, con il forno del pane (la panificazione per la gente Walser di Macugnaga era un importante momento della vita comunitaria, una sorta di rito), la Chiesa Vecchia dedicata a Santa Maria, il Vecchio Tiglio secolare, dichiarato monumento nazionale e dal diametro di sette metri, che la leggenda dice essere stato portato da una donna quando la comunità di Macugnaga fu fondata, e all’ombra del quale per secoli si svolsero le riunioni comunitarie, il mercato annuale e si amministrò la giustizia, e il cimitero dove lapidi e tombe ricordano alpinisti e scalatori deceduti durante le ascensioni al Monte Rosa.
Da Pestarena, abitata fino alla metà del Novecento da minatori ai quali è dedicato un monumento voluto dalle vedove e un museo, a Borca, sede dei citati Museo Casa Walser e della Miniera della Guja, e da cui si raggiunge in breve tempo la Val Quarazza. Da Pecetto, nella cui chiesa è custodita la Madonna dei Ghiacciai, che viene portata in processione l’ultima domenica di luglio a ridosso del ghiacciaio per garantire sicurezza all’abitato, a Stabioli, raggiungibile solo a piedi con una mulattiera e dove si trova il piccolo cimitero dei minatori. Da Fornarelli, con la Fonte Scheber, acqua di sorgente dalle importanti proprietà, a Isella, tra pascoli e baite. Fino a Motta, con l’oratorio dedicato a San Rocco e alla Madonna di Loreto, e all’antica frazione di Quarazza, in gran parte sommersa dalle acque del Lago delle Fate.
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