OLTRE
Passeggiando immersi nell’autunno
L’escursione tra Brezzo di Bedero, il Monte Pian Nave e la discesa verso San Michele

Tra le dolci colline del Verbano, con Sesto Calende, Angera e Ispra e la zona più impervia della parte a nord del Lago Maggiore, sorge un territorio con valli meno profonde, che ha favorito il sorgere di paesini e di altri insediamenti, come casolari isolati, chiesette, piccoli borghi. Questo si trasmette anche nei sentieri della zona e in particolare nell’escursione tra Brezzo di Bedero, il Monte Pian Nave e la discesa prima verso San Michele e poi a Muceno, per poi tornare al punto di partenza. La camminata, perfetta per l’autunno, ma anche per le giornate soleggiate d’inverno, è caratterizzata da diversi tipi di vegetazione, che seguono l’altitudine dei sentieri. Il panorama sulla sottostante piana è grandioso, così come quello sulla sponda piemontese che va dalla Penisola di Verbania fino alla frontiera svizzera, notando chiaramente come da sud a nord, le Prealpi diventino sempre più imponenti. Lungo il percorso si notano anche alcuni resti della Linea Cadorna e si può ammirare la chiesetta quasi millenaria di San Michele, conservata benissimo.
Entrando nel dettaglio dell’escursione, la salita parte dalla chiesetta di Pianezza (329 m), a Brezzo di Bedero. da dove si imbocca una strada che prende ripidamente il bosco, trasformandosi in una traccia più stretta. Come avverrà spesso durante questo anello, lungo il quale le mulattiere si alterneranno ai sentieri, si prosegue seguendo i bolli bianco-rossi disegnati sugli alberi. I tratti ripidi si alternano a quelli più dolci fino ad arrivare alla prima tappa di giornata, la Cascina Profarè (684 m). Della cascina si trovano soltanto i resti. In compenso, per ora la radura ha respinto l’avanzare del bosco, così come, invece, sta avvenendo meno alla successiva Cascina Bassa, a cui si arriva dopo una salita decisa. Nel frattempo, i castagni hanno lasciato il posto ai faggi e, ormai, si è vicini alla vetta del monte Pian Nave. Ancora un paio di rampe e si arriva a un bivio dove, girando a sinistra, si giunge in pochi minuti alla radura della vetta e alla piccola croce che caratterizza la cima (1.058 m). Su questa sommità, all’interno della ciclopica opera della Linea Cadorna venne realizzato un osservatorio e le relative strade di collegamento, per dirigere il tiro delle numerose batterie presenti nei dintorni. Laddove, una volta, si temeva un’invasione austro-tedesca dalla Svizzera e l’Italia si era preparata alla difesa costruendo la Linea Cadorna, oggi, quel lunghissimo sistema di fortificazioni è diventato meta di un turismo escursionistico e storico. L’andamento della Prima guerra mondiale, combattuto soprattutto sul fronte nord orientale del territorio italiano, determinò infatti uno scarso utilizzo della Linea Cadorna che, pertanto, risulta ancora oggi ottimamente conservata in molti punti e, anzi, si inserisce perfettamente nel territorio, dando uno spunto in più di conoscenza, riflessione e anche bellezza.
Di bellezza in bellezza, ora si prosegue in discesa su un’ampia e comoda mulattiera verso San Michele, mentre sulla destra si aprono le vedute sul Lago Maggiore, notando Verbania, la Val Canobbina, il Gridone e i borghi della sponda lombarda ed è d’obbligo fermarsi nell’area del Pian Cuvinicc, vero e proprio balcone sul Verbano. Arrivati alla piccola frazione di montagna (818 m) spicca la chiesetta d’alpeggio dedicata a San Michele. Da qui si entra nell’ultimissima parte dell’escursione, prendendo il sentiero che scende verso Muceno: tra pezzi più o meno ripidi, si giunge a valle, dove si sale decisi verso nord per tornare al punto di partenza, magari concedendosi un piatto di lago come sul bellissimo lungolago di Caldè.
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