IL MUSICAL
La favola dell’amore sognato
Dal cinema a teatro: Pretty Woman al Nazionale di Milano

La favola che al cinema ha fatto sognare e continua a far sognare intere generazioni diventa musical al teatro Nazionale CheBanca! di Milano, con il debutto il 28 settembre di Pretty Woman nell’adattamento teatrale scritto da Garry Marshall e Jonathan F. Lawton, regista e sceneggiatore originale della pellicola, con colonna sonora di Bryan Adams e Jim Vallance in traduzione e adattamento testi in italiano di Franco Travaglio (foto di Mario Mele).
Su regia di Caroline Brouwer e coreografie di Denise Holland Berthke, il musical in scena a Milano vede la regia associata di Chiara Noschese. «L’ensemble sul palco riunisce interpreti di tutte le età – spiega la stessa Noschese, che è stata anche direttrice del cast italiano -, dai 20 ai 50 anni: una cosa mai successa e che, dopo due anni di fermo degli spettacoli, porta una scarica di energia grandissima. Ciò che differisce dal film è la presenza come fil rouge di un personaggio che è una specie di narratore, che buca la quarta parete parlando direttamente con lo spettatore fin dall’inizio. Una figura magica che accompagna il pubblico e che parla di sogni, del fatto che tutti vivono all’inseguimento di un sogno e che i sogni tracciano la mappa della vita».
A interpretare Vivian, la giovane squillo che nel film aveva il volto di Julia Roberts, è Beatrice Baldaccini, «che dentro il cuore – sottolinea Chiara Noschese – ho sempre pensato fosse giusta per questo ruolo: a mio avviso è una stella, una grande performer». Al suo fianco, nel ruolo del ricco e affascinante Edward Lewis che sul grande schermo era di Richard Gere, è Thomas Santu, «un attore – spiega ancora la Noschese – che viene quasi più dal cinema, di grande spontaneità e naturalezza, e che è anche un bravissimo cantante».
Con loro, il grande ensemble scelto da un team creativo internazionale e un’orchestra di sei elementi con musiche dal vivo in stile pop/rock tipiche degli anni a cavallo tra Ottanta e Novanta. Per dare vita alla versione italiana del musical. Dove i sogni, come accennato, sono i padroni della storia. «Forse – conclude Chiara Noschese – in questi due anni i sogni si sono un po’ persi di vista, sentendoci feriti dall’essere lontani dalle proprie passioni: è come se li avessimo traditi. Mentre la vita è costellata di sogni. A ogni età».
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