PER SMALTIRE
Quattro passi fra la natura

Camminata o ciaspolata? Ramponcini o giretto facile facile fuori casa? Anche d’inverno, con po’ di abitudine e con un abbigliamento adeguato, si possono compiere delle uscite a piedi decisamente appaganti. Con la neve, infatti, anche se quella dell’8 dicembre dalle nostre parti si è sciolta in larga parte, cambia radicalmente il paesaggio e lo scenario anche nei boschi e sulle montagne che già si conoscono bene. I boschi sono decisamente «più puliti»: gli arbusti svaniscono e restano gli alberi spogli dalle foglie, aprendo al massimo il panorama. Nel Varesotto poi, con le montagne a danzare coi laghi, lo spettacolo è totale, senza dover compiere nemmeno troppo dislivello e senza andare in capo al mondo. Se poi si è i primi a passare sul manto nevoso vergine e quindi si traccia in prima persona il sentiero, anche se ci si trova soltanto sul Monte Piambello, la sensazione è di essere un avventuriero nell’Himalaya. Nel Varesotto la ciaspolata più classica, nel bianco che più bianco non si può, è sicuramente quella della Forcora. Qui si snoda un anello breve, adatto pure alle famiglie, che offre una variante con un itinerario per chi cerca qualcosa di più difficile. Il punto di partenza è al Passo della Forcora, a circa 40’ d’auto da Maccagno, dov’è possibile anche noleggiare le ciaspole. Dai 1180 metri di altitudine della partenza ci si incammina lungo una comoda strada verso Monterecchio, un paesino con le tipiche case di pietra di queste parti, che si raggiungere in circa 50 minuti senza un particolare dislivello. Sulla destra si apre la Val Veddasca e a si notano Curiglia e Monteviasco abbarbicati all’altro versante. Arrivati al borgo, il percorso sale in modo più marcato mantenendo la sinistra e giungendo, poco dopo, al bivio di Fontanarossa. Qui, per le famiglie si può completare l’anello, tenendosi in costa a sinistra e tornando alla Forcora attraverso il dolce saliscendi del Monte Sirti, dentro a una splendida betulleta. I più esperti, invece, possono proseguire salendo fino a circa 1.600 metri di altitudine. L’ascesa diventa abbastanza ripida quindi, con la neve, è meglio indossare le ciaspole o i ramponcini. In altri tre quarti d’ora da Monterecchio si arriva alla prima vetta, il Monte Corbaro, con una magnifica vista sul Lago Maggiore, il Monte Tamaro, il Monte Lema e la catena delle Alpi. Da qui si può ancora proseguire fino al Monte Paglione, salendo e scendendo dalla via di mezzo, il Monte Covreto, oppure rimanendo in costa. Arrivati a destinazione (ci vorranno ancora 30-45 minuti), si aprirà un magnifico panorama anche su Locarno. Anche se ci si trova ben al di sotto dei 2000 metri, d’inverno e con la neve, l’attenzione deve essere chiaramente maggiore e non bisogna assolutamente sottovalutare l’escursione. Come sempre, in montagna serve prudenza, attenzione, allenamento e valutazione delle proprie capacità. È poi fondamentale informarsi sul meteo e non limitarsi a vedere se è bello o brutto, ma valutare anche la presenza di vento forte che, chiaramente, in inverno, rappresenta un problema in più da affrontare. Non va sottovalutato nemmeno il potenziale rischio di valanghe, consultando il bollettino. Per la provincia di Varese l’ideale è quello svizzero (slf.ch) che descrive la situazione anche nel Basso Ticino, a ridosso del nostro territorio. Un appunto da non dimenticare è che la passeggiata con le ciaspole è più faticosa e dura circa un 20-30% in più rispetto alle tempistiche in condizioni estive. Capitolo abbigliamento: bisogna sempre vestirsi a cipolla e portare ricambi anche per le calze, guanti, cappello. Insomma, meglio portare 100 grammi in più nello zaino piuttosto che battere i denti dal freddo a metà dell’escursione. In tal senso, è consigliabile anche un thermos riempito di una bevanda calda. Infine, prima di mettersi in viaggio, è meglio studiarsi il percorso, specialmente sul lato italiano dove, talvolta, i sentieri sono segnati peggio che nella vicina Svizzera. Meglio ancora sarebbe comprare una cartina escursionista o perlomeno scaricare un’applicazione di sentieristica come, per esempio Locus App, semplice e affidabile. La goduria della montagna, infatti, deve sempre andare pari passo con la sicurezza.
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