MANESKIN
State zitti e buoni. Ora parliamo noi

Tutto il mondo con la tachicardia a mille in quegli interminabili minuti di sabato notte.
Poi, l’esplosione di gioia: i Måneskin trionfano all’Eurovision Song Contest 2021, riportando all’Italia quella vittoria che attendeva da più di 30 anni.
«Rock never dies», «il rock non muore mai», ha urlato il cantante Damiano sollevando il premio sul palco dell’Ahoy Rotterdam di fronte ai 3500 spettatori festanti.
E con milioni di fan incollati al teleschermo: innanzitutto i loro seguaci italiani, ma anche i fan da di tutto il mondo: proprio loro, come da regolamento, li hanno votati.
Tra lacrime e sorrisi, i quattro ventenni, in preda a emozione e incredulità, si sono abbracciati e hanno regalato anche un’altra esibizione, resa ancora più intensa dall’adrenalina post-vittoria.
E, complice l’assenza di freni inibitori e, soprattutto, della gara ormai conclusa, Damiano ha intonato le parole originali di Zitti e buoni nella versione non censurata.
D’altra parte, il rock è anche ribellione. La finalissima è stata costellata da un’altalena di emozioni: secondo il voto della giuria, in testa c’era la Svizzera con Gjon’s Tears.
Il televoto però ha ribaltato il verdetto, mandando in vetta l’Italia con 524 voti.
Al secondo posto si è piazzata la Francia con Barbara Pravi, una delle favorite, seguita dal cantante elvetico.
Subito dopo la proclamazione c’eravamo anche noi, collegati in diretta con la conferenza stampa internazionale, per commentare a caldo le emozioni dei ragazzi. «A chi volete dedicare la vostra vittoria?» è stata una delle prime domande scelte da Eurovision, alla quale Damiano, anche a nome di Victoria, Ethan e Thomas, ha risposto: «sicuramente la dedichiamo a tutti i nostri amici, alle nostre famiglie naturalmente. E poi a tutti i nostri fan, anche ai nostri nuovi fan, alle persone che ci hanno supportato da tutta l’Europa vogliamo davvero mandare il nostro grazie più grande. Scusate, non ho davvero più voce», ha aggiunto il frontman con un sorriso.
Poi il cantante ha sottolineato anche i complimenti a tutta l’organizzazione che ha permesso di svolgere al meglio questa gigantesca manifestazione.
Su questo tema il cantante si era espresso anche durante la conferenza indetta dalla Rai alla vigilia della finale, sempre intervistato da noi in collegamento da Rotterdam: alla domanda se avessero avuto modo di respirare un po’ di atmosfera fuori dall’arena, Damiano aveva risposto: «abbiamo visto soltanto la pista ciclabile davanti all’hotel, anche se i nostri fan sono molto svegli e li abbiamo trovati sotto l’albergo. Crediamo però che sia giusto così: l’organizzazione tiene molto alla sicurezza e riteniamo che anche noi artisti siamo responsabili della salute, nostra e di tutti gli altri partecipanti. Quindi è giusto che tutto sia blindato, in modo che si possa lavorare al meglio».
Durante il primo Meet&Greet europeo, all’apertura di Eurovision, i Måneskin ci avevano risposto sul tema che più gli sta a cuore: che cosa rappresenta la musica per loro.
«È il nostro modo per esprimerci in totale libertà, per essere davvero noi stessi. E anche per andare sempre dritti per la nostra strada, senza preoccuparci degli haters, dei detrattori che sono soprattutto sui social».
La bassista Victoria, che è anche l’unica ragazza del gruppo, ha origini danesi e ha voluto spiegare il significato del loro nome d’arte:
«significa chiaro di luna, ma è stato scelto a caso, suonava benissimo. La cosa curiosa è che all’epoca avevamo partecipato al nostro primo contest e non avevamo neppure un nome. Così, in fretta e furia, ne abbiamo dovuto trovare uno».
I ragazzi hanno detto che ovviamente tra i momenti più belli della loro vita ci sono questa vittoria e quella di Sanremo, ma non dimenticano le loro origini.
Sempre Victoria ha detto: «per me uno dei momenti più belli del nostro percorso è quando non ci conosceva ancora nessuno e suonavamo per strada. La gente ci lasciava le monete e poi in giro non riuscivamo a pagare perché ne avevamo un sacco da cambiare».
E, a proposito di rock, Damiano ha sottolineato: «per noi il vero obiettivo è fare del rock in italiano e portarlo nel nostro Paese e nel mondo. Scrivere parole in italiano su musiche rock è una sfida. E noi vogliamo continuare su questa strada perché amiamo profondamente la nostra lingua».
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