I DATI
Papilloma, il tumore più intimo delle donne

Secondo i dati dell’International HPV Reference Center, sono più di 225 i tipi di virus fino ad oggi identificati che possono provocare un tumore alla cervice uterina. Due di questi, chiamati genotipo 16 e genotipo 18, sono i più aggressivi e considerati ad alto rischio. Anche se oggi il tumore alla cervice uterina si può prevenire con un vaccino e quando si presenta si può curare. Le armi a nostra disposizione sono: vaccinazione, screening e trattamenti precoci con farmaci mirati.
I PROGRAMMI DI SCREENING
«L’attuazione dei programmi di screening con test diagnostici affidabili e sempre più specifici è la strada giusta può fornire un reale contributo all’eradicazione del tumore al collo dell’utero, un obiettivo della stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) con l’eliminazione quasi definitiva di questo tumore entro il 2030», fa presente Guido Bartalena, direttore della Diagnostics Solutions & Healthcare Transformation della ricerca Roche in Italia. Sappiamo per certo che in tutto il mondo la popolazione femminile viene in contatto con l’Human Papilloma Virus (HPV) almeno una volta nella vita, ma che nel 90% dei casi il sistema immunitario è in grado di sconfiggere questo nemico. Permane quindi il rischio per il 10% delle donne che l'infezione possa diventare cronica e che le lesioni cancerose evolvano in un tumore maligno della cervice. Continuare ad investire risorse e competenze nella ricerca di soluzioni diagnostiche in grado di rilevare precocemente la causa che porta allo sviluppo di questo tumore è fondamentale per individuare in tempo quelle donne che sono realmente a rischio di sviluppare una lesione cancerosa e che devono essere gestite in maniera più specifica.
I DATI
Secondo un recente rapporto di Global Cancer Statistics, il tumore della cervice uterina è al quarto posto tra i tumori femminili. Ogni anno, nel mondo, sono circa 600mila le donne che si ammalano, in Italia oltre 2.400. L'HPV può attaccare anche l'uomo, ma le difese immunitarie riducono notevolmente il rischio di un tumore, si manifestano invece delle escrescenze simili a verruche (condilomi) nelle mucose e sulla pelle degli organi maschili. Sebbene la maggior parte delle infezioni da HPV si risolvano spontaneamente (si stima infatti che nel 90% dei casi il sistema immunitario è in grado di sconfiggere l’infezione nel giro di pochi mesi), c'è sempre il rischio che l'infezione da HPV possa diventare cronica e che le lesioni precancerose evolvano in tumore maligno della cervice. Questo virus infatti, pur vivendo normalmente sulla pelle e nelle mucose, in condizioni per lui favorevoli può trasformare le cellule della cervice e provocare tumori benigni, oppure lesioni più profonde che possono diventare tumori.
LA PREVENZIONE È POSSIBILE
Prevenire il tumore al collo dell’utero è possibile grazie a vaccinazioni e screening costanti. In Italia per le ragazze di 12 anni la vaccinazione contro il virus HPV è gratuita. Per tutte le donne dai 25 ai 30 anni, i programmi di screening prevedono il Pap test gratuito ogni 3 anni. Per le donne dai 30 ai 64 anni, i programmi di screening richiedono il test HPV ogni 5 anni. Questo esame è più affidabile rispetto ad altri e consente di rilevare per tempo la presenza dei genotipi considerati ad alto rischio oncogeno.
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