ROMA
Ponte Stretto, nuovo reclamo associazioni ambientaliste all'Ue

(ANSA) - ROMA, 04 AGO - "L'impatto ambientale del ponte sullo
Stretto di Messina è certo, documentato e, dopo anni di
negazioni, ammesso dagli stessi proponenti l'opera. Per superare
questa impasse è stata avviata una procedura speciale che
consentirebbe comunque la realizzazione del Ponte secondo
condizioni precise fissate dalle norme comunitarie, condizioni
che però non sono state rispettate". Per questo le associazioni
Greenpeace, Legambiente, Lipu e Wwf hanno presentato ieri un
nuovo reclamo all'Unione Europea ad integrazione di quello già
inviato il 27 marzo di quest'anno, chiedendo l'apertura di una
procedura di infrazione.
Oggetto del reclamo, si legge in una nota, "è il secondo
parere della Commissione Via Vas (numero 72/2025) con cui si è
chiusa la cosiddetta procedura di 'livello III della VINCA'
(Valutazione d'Incidenza), cioè la procedura che si è dovuta
obbligatoriamente attivare perché indicata dal primo parere
della Commissione Via Vas (n. 19/2024), che pur rilasciando
parere positivo di compatibilità ambientale dell'opera lo ha
condizionato a ben 62 prescrizioni (ancora da ottemperare) tra
cui, appunto, da questa procedura speciale aggiuntiva".
"Se non ci fossero impatti ambientali questa procedura non
sarebbe mai stata avviata", spiegano. "La Commissione Via Vas ha
evidenziato gli impatti ambientali che il Ponte produrrebbe e,
quindi, per poter procedere all'autorizzazione del progetto
nonostante questo incida sui siti Natura 2000, ha prescritto la
procedura di autorizzazione in deroga che però prevede tre
condizioni ineludibili: l'assenza di alternative rispetto al
progetto che produce impatti, la presenza di motivi imperativi
di rilevante interesse pubblico che lo giustifichino, e
interventi ambientali compensativi che bilancino gli impatti che
provoca".
Secondo Greenpeace, Legambiente, Lipu e Wwf"tali condizioni
non sussistono" e "il modo in cui si è tentato di dimostrare la
sussistenza di questi requisiti è stato strumentale per eludere
il parere che altrimenti si darebbe dovuto chiedere all'Unione
Europea": "il governo nei motivi imperativi di rilevante
interesse pubblico, oltre a valutazioni economiche sul rapporto
costi benefici dell'opera, ampliamente opinabili, ed oltre ad
effetto economico atteso dal carattere miracolistico, ha
sostenuto che il Ponte avrebbe un interesse strategico anche per
motivi di sicurezza militare, sanitaria e di protezione civile e
in presenza di tali motivazioni la procedura viene esentata dal
parere comunitario".
Le associazioni ritengono che "nessuno dei criteri
obbligatori previsti dalla procedura comunitaria sia stato
correttamente rispettato; pertanto, ritengono che l'Italia stia
violando le disposizioni di cui alle direttive Habitat e
Uccelli". Da qui il nuovo reclamo. (ANSA).
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