ESERCIZIO FISICO
Puppy Yoga, rilassamento a sei zampe
Arriva in Italia l’attività che unisce fitness al mondo dei cuccioli
Interagire con gli animali aiuta a ridurre lo stress, l’ansia e la depressione. Avere un animale domestico fa sentire meno soli, e spesso incoraggia a fare più movimento, a giocare e arriva a migliorare la salute cardiovascolare. Non sono modi di dire, né frasi fatte: analisi e studi medici e psicologici hanno già dimostrato anche in passato che gli animali da compagnia non solo sono fonti di affetto per proprietari in condizioni “normali”, ma con il loro voler bene in maniera disinteressata, il loro amore non giudicante e i loro atteggiamenti possono influire positivamente su alcune patologie.
Un articolo pubblicato sui Forbes, rivista statunitense che si occupa soprattutto di finanza e marketing, e riportato da numerosi siti anche italiani, aveva dedicato un articolo ai vantaggi che un animale domestico porta all’uomo e che vanno dal miglioramento della forma fisica grazie alle camminate all’aperto di chi, per esempio, ha un cane, con conseguente abbassamento della pressione e del colesterolo, alla riduzione dell’ansia e dello stress, in quanto giocare con un animale permette di rilasciare l’ossitocina, che calma.
Da questo consegue una maggiore serenità. Ma prendersi cura di un animale aiuta a prendersi maggiori responsabilità, anche nei bambini. Proprio a proposito di bambini, secondo una ricerca americana pubblicata dal Journal of Allergy and Clinical Immunology chi ha un animale domestico sviluppa più anticorpi e ha meno allergie. E poi un animale aiuta a socializzare e, nel caso di disturbi quali il deficit di attenzione, o neurologici come l’autismo, offrono un’esperienza sensoriale importante.
Curare con gli animali non è una novità. Ma non solo: negli ultimi tempi anche in Italia ha preso piede un’attività che più che curare è un curarsi. Da noi si chiama Puppy Yoga e si tratta dello yoga praticato con i cuccioli, derivata da quello che alcuni anni fa si era affermato soprattutto negli Stati Uniti e in alcuni Paesi asiatici, il “doga”, unione delle parole dog, cane, e, appunto, yoga. Uno yoga praticato, anni fa, con il fedele amico a quattro zampe e che ora si è in qualche modo evoluto, espandendosi prima in Inghilterra, Australia, Canada e poi appunto anche in Europa.
In sintesi, un’attività che unisce il fitness al mondo dei cuccioli. Dopo una prima parte di esercizi yoga tradizionali, una seconda viene dedicata a rilassamento e respirazione in compagnia di cagnolini che girano, giocano, si fanno coccolare. Va detto che in alcuni Paesi europei sono sorte già alcune puntualizzazioni anche a fronte di inchieste televisive condotte in Inghilterra per cui, per esempio, in alcuni casi sul territorio inglese sarebbero portati troppo piccoli in ambienti dove entrano in contatto con più persone mancando così di veri punti di riferimento, se non anche sfruttati.
Da parte di chi si occupa di Puppy Yoga in altri Paesi, dalla Francia alla stessa Italia, arrivano invece rassicurazioni che sottolineano come le lezioni consistano soprattutto nel lasciare che i cuccioli socializzino con le persone che stanno facendo yoga, lasciandoli liberi di socializzare e di sviluppare fiducia in diversi contesti e garantendo loro, vaccinati e svezzati, riposo e idratazione.
Situazioni, insomma, ben monitorate e una pratica che solo in parte prevede l’arrivo dei cuccioli, la cui presenza è sempre fonte di serenità per le persone. Che sicuramente apprezzano questo nuovo modo di praticare yoga: i centri che lo praticano in Italia sono frequentatissimi, con lezioni aperte a tutti e programmate in base al livello del partecipante.
Ma i benefici sulla salute psicofisica degli umani non arriverebbe solo dagli animali domestici tradizionali o dal fare attività fisica con loro: in voga nel mondo è anche il Goat Yoga, lo yoga delle capre, pratica fondata nel 2016 da Lainey Morse con alcune capre che possedeva nell’Oregon: prevede alcuni esercizi di meditazione con questi animali e anche in questo settore ci sono stati casi in cui si sono paventati rischi di allevamenti intensivi. E dunque il consiglio resta sempre lo stesso: verificare la qualità e le garanzie che i centri danno e scegliere sempre quello certificati.
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