IN SALONE ESTENSE
Quanto costa ai varesini lo stallo del Consiglio comunale
Dilemma sui costi dell’assise fiume per il bilancio a Varese: c’è il rischio che le sedute facciano perdere migliaia di euro
Un Consiglio-fiume per esaminare bilancio e relativi emendamenti, magari migliaia, come sta accadendo in questi giorni a Varese, non è gratis. Una considerazione che circola in città è quella relativa ai costi, con sedute a ripetizione che potrebbero pesare sulle spalle dei cittadini da un punto di vista finanziario. «Consiglio, ma quanto ci costi?», ci si chiede. Al di là dei compensi e degli straordinari del personale dipendente, dai commessi ai funzionari, ai dirigenti, tutti coloro che lavorano anche quando si riunisce il Consiglio, ci sono i costi degli oltre trenta consiglieri che devono (o meglio dovrebbero) essere in aula per garantire il numero legale e votare i provvedimenti.
GETTONE O TESORETTO?
Su come e quanto vengano pagati il dibattito è aperto con due scuole di pensiero. Un tema non secondario quando, come in questo caso, le sedute si succedono giorno dopo giorno, weekend compresi. In questo caso, essendo sedute con un solo punto all’ordine del giorno (il bilancio comunale) ai consiglieri va un unico gettone di presenza? Dunque, a prescindere da quante sedute si svolgano, ogni consigliere è pagato con il gettone da 56,12 euro lordi? Tutto sommato, considerato un unico gettone, i costi della politica appaiono del tutto accettabili. Ma non tutti sembrano essere d’accordo con questo criterio: c’è chi – anche a Varese – solleva il dubbio che i consiglieri debbano essere pagati con il gettone per ogni seduta che si svolge in Salone Estense. In questo secondo caso, appare evidente che la spesa sarebbe molto più significativa e il Consiglio-fiume comporterebbe costi davvero molto alti.
VERIFICHE IN CORSO
Pare non esserci, sul tema compensi, accordo unanime. Al punto che a Varese, come conferma il presidente del Consiglio, Alberto Coen Porisini, la questione è in questo momento allo studio, all’attenzione del Segretario generale che, in punta di diritto, dovrà decidere quale sia la soluzione più adeguata. Al momento il punto interrogativo è aperto e nei prossimi giorni sarà presa una decisione in merito. Sempre che si sblocchi l’impasse e i consiglieri tornino presenti in aula per fare ciò per cui i cittadini li hanno eletti.
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