L’INCONTRO
Una raccolta firme per tutelare la sanità tra Busto e Gallarate
L’iniziativa dei circoli Pd del sud del Varesotto. Le richieste in vista della realizzazione dell’ospedale unico

Una petizione informale chiesta dai circoli del Partito democratico del sud della provincia di Varese per mantenere adeguati servizi sul territorio. È questo l’aspetto principale dell’incontro con la cittadinanza organizzato dai circoli territoriali dem e dalla segreteria provinciale del Pd nella serata di martedì 18 febbraio al Circolo Cooperativo di piazza Italia a Samarate. Presenti anche il consigliere regionale Samuele Astuti, la segretaria provinciale Alice Bernardoni, il segretario cittadino Sergio Broglia, la segretaria gallaratese Anna Zambon e i consiglieri comunali Pd di Busto e Gallarate.
LE RICHIESTE ALLA REGIONE
Di certo c’è la conferma delle forti criticità all’ospedale unico di Busto e Gallarate che dovrebbe sorgere nel 2030 a Beata Giuliana, nel territorio di Busto al confine con Gallarate. Sono sostanzialmente cinque le richieste contenute nella raccolta firme che prenderà il via a breve. Dunque si chiede a Regione Lombardia di «garantire accessi ai servizi fondamentali di prevenzione e assistenza sanitaria, individuare spazi adeguati a mantenere e potenziare i servizi sanitari pubblici nel sedime attuale dell’ospedale Sant’Antonio Abate, prevedere un ospedale di comunità a Gallarate con i posti letto adeguati e servizi idonei a supportare la popolazione, escludere espressamente l’insediamento di strutture cliniche private o convenzionate come alternativa o compensazione alla sanità pubblica». E infine: «Garantire adeguata accessibilità al futuro ospedale unico da tutte le provenienze».
ASTUTI: «TANTE PROMESSE NON MANTENUTE»
Insomma il Pd non si arrende e chiama a raccolta i territori. Chiare le parole del consigliere Astuti. «Solo tante promesse non mantenute tra cui un ospedale di comunità a Gallarate che è scomparso senza dimenticare che, in questo modo, si smonta un ospedale come quello di Gallarate che funziona». C’è un grido e un appello da non sottovalutare. Non depotenziare un territorio che ha bisogno di sanità pubblica.
Matteo Bertolli
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