RADIO
Il mezzo che ascolta tutti

«Amo la radio perché arriva dalla gente, entra nelle case e ci parla direttamente». Sono parole della canzone di Eugenio Finardi La radio e in qualche modo riassumono la potenza di questo mezzo di comunicazione: arrivare a tutti e parlare con tutti, permettendo anche di farsi ascoltare.
La radio accorcia le distanze e non è un caso se proprio attraverso la radio, in tempi bui, sono arrivate parole di supporto, ma anche un’informazione capace di bypassare la propaganda e la dittatura. Un esempio emblematico è Radio Londra, che operò una grandissima azione di controinformazione al pensiero unico del nazifascismo durante gli anni della Seconda guerra mondiale.
Mai passata di moda, oggi, con l’emergenza legata al Coronavirus e le persone a casa, la radio sta assumendo una valenza ancora più forte e di collegamento. Proprio il 20 marzo scorso è scattata l’iniziativa >laradioperlitalia, con cui tutte le radio nazionali e locali alla stessa ora hanno trasmesso la stessa programmazione, partendo dall’Inno di Mameli per proseguire poi con Azzurro, La canzone del sole e Nel blu dipinto di blu, canzoni che hanno fatto la storia musicale del nostro Paese. Un gesto al quale, a conclusione, si è unito il suono contemporaneo delle sirene di bordo di tutte le navi della Marina Militare nei diversi porti nazionali e la bandiera italiana portata in volo dall’Aeronautica Militare.
E se inizialmente fu utilizzata soprattutto proprio per esigenze militari, nel 1920 divenne vero e proprio mezzo per la comunicazione di massa, con il primo servizio radiofonico trasmesso dalla Gran Bretagna e, due anni dopo, la nascita della BBC.
In Italia la prima emittente radiofonica nasce nel 1924. Da allora, la passione per la radio non si è più fermata. Musica e informazione, in questo particolare momento di emergenza sembra assumere sempre più i connotati di una compagna, di un’amica.
«Nel giro di due settimane abbiamo avito un aumento dei follower del 20% e notiamo un ascolto sempre più attento: lo notiamo dai messaggi che riceviamo via WhatsApp, dai contatti, dai commenti, dalle molte persone che ringraziano», conferma Simone Zamignan, direttore artistico di Radio A8, nata lo scorso anno come web radio da un gruppo di amici con precedenti esperienze comuni e che, con sede a Varese, offre programmi dedicati alla musica e allo sport, con attenzione a quelli anche meno conosciuti, nell’ottica della condivisione e dell’animazione.
«Tutti i pomeriggi – prosegue Zamignan – con la trasmissione Per un sorriso, alla quale partecipano tutti i collaboratori in collegamento telefonico, vogliamo proprio “strappare” un sorriso agli ascoltatori, parlando di storia locale, ricette, social, territorio, ma anche dando consigli, con una particolare attenzione, soprattutto in questo momento, dal mettere a bada contro le fake news».
E diversi sono stati anche i collegamenti con artisti e colleghi di radio in varie città d’Italia, come un unico grande abbraccio. Un aumento delle persone che telefonano, ma anche, per chi trasmette da studio, un cambiamento del modo di lavorare per rispettare le regole dettate dal momento di emergenza.
Collaboratori che si collegano da casa e anche via Skype. E niente ospiti in studio. «Riceviamo molte più telefonate di prima – sottolinea Paola Farina che su Radio Lombardia si occupa del notiziario e del “programma contenitore” Mattino Lombardia dalle 9 alle 12 -, per segnalare accadimenti o anche per chiedere informazioni e gli ascoltatori ci usano anche come momento di sfogo. Ci accorgiamo di essere una presenza: la radio entra nelle case. Abbiamo anche lanciato una proposta di messaggi WhatsApp e vocali e abbiamo avuto molte risposte in cui chi ci ascolta ci racconta che cosa sta facendo e come sta vivendo questo momento».
E una forte di partecipazione è rappresentata dai bambini, come a Radio Lombardia è dimostrato dai disegni che vengono mandati e dalle risposte dei più piccoli a Una fiaba al giorno, presente sul sito in uno spazio di 5 minuti letti da una speaker.
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