A TEATRO
Radio Linetti Live: «Sul palco siamo io, Linus, il direttore e Pasquale»
Il dj e conduttore radiofonico racconta alla Prealpina le nove serate all’Alcione di Milano. In scena una libreria piena di 45 giri pronti per essere suonati

Ob-La-Di Ob-La-Da. È dalla canzone - formula magica dei Beatles che questa storia ha avuto origine. Inizia così l’intervista a Linus: prende il via tra le note, Desmond e Molly e il ritornello Life goes on, brah - la vita va avanti - nel segno delle vibrazioni positive. Il direttore artistico di Radio Deejay è pronto a debuttare a teatro con il suo spettacolo Radio Linetti Live. Porta in scena se stesso, svelando il suo vero volto, come il pittore Caravaggio con il suo autoritratto. Ogni sera da lunedì 29 aprile a venerdì 3 maggio, a partire dalle 21, e poi la settimana dopo da mercoledì 8 a sabato 11 maggio, sempre allo stesso orario, al Teatro Alcione di Milano. Molte date sono sold out.
DAI BEATLES A RADIO LINETTI
Risponde al telefono mentre è al volante, in auto, sta andando a prendere uno dei figli all’aeroporto di Bergamo. «Malpensa sarebbe stato più vicino e comodo», racconta alla Prealpina in quello che è un suo momento di tranquillità. Ormai manca poco alla prima dello spettacolo, un’idea avuta prima della pandemia ispirandosi a Bruce Springsteen che, in un piccolo teatro di Broadway e dopo la pubblicazione della sua autobiografia, decise di raccontare la sua vita in una dimensione più intima. Per la prima volta un artista dj porta a teatro un’esperienza simile, come Radio Linetti.
E partiamo proprio dal brano dei Beatles che ha postato su Instagram parlando dello spettacolo. «Una canzone minore a cui sono legato per un motivo personale. Prima di tutto per ringraziare mia sorella maggiore Maria che mi ha plagiato, mi ha aperto la strada essendo qualche anno più grande di me. Da adolescente ascoltava i Beatles. L’altro motivo è legato alla storia della musica: quando pensiamo alle loro canzoni li associamo agli album Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band e al White Album. Ma agli esordi, erano davvero ragazzini. Mi piace la positività e quel senso del gruppo e delle boy band che solo l’industria musicale inglese sa creare e che abbiamo visto con i Duran Duran, Take That e One Direction».
LO SPETTACOLO ALL’ALCIONE
La musica è il filo conduttore e per la prima volta in 50 anni, Linus non parlerà a braccio ma si troverà in una nuova dimensione, cambiando registro. In un post su Instagram si è autointervistato e ha detto ci saremo «Io, Linus, il direttore artistico di Radio Deejay e Pasquale Di Molfetta». Un modo per assumersi la responsabilità. «Sono l’autore, volevo essere padrone di quello che dico e fosse una cosa mia soltanto, che mi rappresentasse. Sono spesso associato al programma che conduco (Deejay Chiama Italia che nel 2023 è stato il programma radio più ascoltato d’Italia con più di un milione e mezzo di ascoltatori, ndr). Gli artisti hanno l’esigenza di raccontare se stessi. Non direi che è vanità, piuttosto l’esigenza di svelare una parte interiore: un po’ come Caravaggio con il suo autoritratto oppure i poeti con le loro versi. Lavorare in radio non significa che io debba stare chiuso in un recinto, sono un artista e come tale mi esprimo».
E dall’esperienza di Radio Linetti iniziata su Instragram durante la pandemia, nasce così Radio Linetti Live: «Ho scritto i testi, mettendo quelle che ho chiamato delle bandiere di uno slalom a cui appigliarmi. Ho uno uno scheletro (di copione, ndr) e non andrò a braccio: il teatro è una cosa seria. Sento la responsabilità anche nei confronti di chi paga il biglietto. Tengo molto a questo punto perché ci sono persone che lavorano con me. Insomma bisogna prepararsi. E per me c’è solo un modo di lavorare, quello giusto». Del resto, Linus è avvezzo ad assumersi oneri e onori. «Non sempre è semplice guidare la macchina, la responsabilità mette ansia. Quando ho cominciato con la direzione della radio eravamo in tre, poi ho capito che si deve guidare da soli. Sicuro e deciso, la gente ha bisogno di qualcuno di cui fidarsi».
Tornando allo spettacolo e alle scelte: c’è una ossatura ma ci sarà margine per cambiare? Ogni sera la stessa scaletta? «C’è libertà. Da una parte i paletti, ma ho anche una libreria di dischi a disposizione», spiega facendo poi il paragone con le barzellette. «Si può divagare mettendo in fila i personaggi. Walter Chiari era il migliore: la barzelletta in sé prendeva il tempo di 3 minuti, ma i suoi racconti duravano mezz’ora ed era quella la parte più divertente». L’animo dell’artista unito a quello del deejay che sarà solleticato dall’elemento vivo: il pubblico con le sue vibrazioni potrebbe concedere sorprese complice l’allestimento. Sulla scena ci saranno la libreria minimal in stile coreano piena di 45 giri pronti per essere suonati. E che potrebbero crescere grazie al pubblico sempre generoso che anche in pandemia spediva dischi. «Vedremo se ci sarà chi arriverà come i Re Magi (con i doni). Anche se ho praticamente tutto: la maggior parte regalati e quando non li avevo ancora me li sono procurati». Apre il mondo del 45 giri: «A differenza del Lp, devi avere voglia di risentirlo. Ho una scatola con cinque copie di Storia d’Amore di Celentano, canzone meravigliosa».
IL VOLTO SOCIAL DI PASQUALE
Linus una vita in radio, mostra un altro volto sui social, in particolare Instagram dove appunto è nata Radio Linetti. Una situazione più famigliare, intima con la moglie Carlotta Medas e i figli Filippo e Michele, le vacanze, lo sport. «Uso i social come appendice indispensabile. È imprescindibile, mi ci troverei ugualmente. Così racconto io le situazioni della mia vita alimentando il mio profilo, non in modo compulsivo e narcisistico. Sarei ridicolo. Anche se c’è stato un momento in cui ci sono cascato pure io. Considero i social materia viva che muta». Mentre si fa serio: «Parlare sui social è pericoloso. Non sempre le persone accettano e capiscono, commentano a sproposito. Non ritengo opportuno mettere nero su bianco concetti importanti. Non intendo rovinarmi la vita a causa di sconosciuti che non conoscono nulla della mia vita». E conclude con una massima degna da Uomo della strada, il mitico Aldo Rock: «E poi, nei social come nella vita, non bisogna prendersi troppo sul serio».
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