PER I GIOVANI
Rey Sciutto e l’arte pop
Divulgatore che ha aperto una via per far conoscere e amare la cultura sui social

È capace di mettere insieme i panzerotti più famosi di Milano - quelli di Luini all’ombra della Rinascente - e La Velata di Raffaello. Dissacra, costruisce e ricostruisce. Tra citazioni pop e qualche parolaccia. Pare che i suoi video vengano visti anche dalla scrittrice Felicia Kingsley (amatissima dai giovani con il suo record di 2 milioni di copie vendute).
È Rey Sciutto, classe 1997, divulgatore e usando un termine moderno e anglofono “art sharer” (persona che condivide l’arte, ndr) che su Instagram e TikTok racconta il mondo dell’arte in quel formato che ormai pare essere vincente, l’edutaiment. È chiamato Sacro Calabro Imperatore dai suoi quasi 235mila followers su TikTok. Dal 2022 collabora con il profilo TikTok ufficiale delle Gallerie degli Uffizi. Di origini calabresi, attivista LGBTQIA+, appassionato di Alessandro Barbero - con cui spesso interagisce virtualmente - Sciutto è stato il primo a parlare di arte ai giovanissimi. E ora è anche in libreria con il suo volume edito da Mondadori - Electa Junior Michelangelo non è una tartaruga. Usa lo stesso stile, leggerissimo mentre racconta gli Uffizi. Ma non solo. E qualche volta scappano anche le parolacce.
«Non lo trovo scandaloso. Senza eccedere. Ma devo dire che lo faccio perché anche a me, l’arte a volte è stata insegnata così. Una parolaccia per dare una sveglia. Permette di tenere alta l’attenzione perché magari in certi contesti potrebbe calare la noia. Dipende sempre tutto dallo sguardo», spiega Sciutto che era partito in punta di piedi per diventare con il tempo un vero riferimento in materia.
Forte delle sue competenze e studi, su qualsiasi piattaforma, tra reel e voice over, in un insieme di aulico e prosaico, materia storica e tecnologie sui nuovi dispositivi, di fatto ha aperto una via per far conoscere e amare i grandi nomi dell’arte, veicolando al contempo anche spunti di riflessione e dibattito, in uno stile che si sta facendo notare anche dai follower più adulti.
«La mia attività sui social nasce nel 2018 perché vedevo che c’era una falla, un gap nella divulgazione storica artistica. Nessuno parlava di storia dell’arte o quantomeno ne parlava come avrei voluto che se ne parlasse. Così mi sono detto “lo faccio io”. E sono partito su YouTube». È su questa scia che nasce il volume.
Ed è così che un cartone animato come le Tartarughe Ninja con i suoi protagonisti entra nella storia dell’arte. «Molti sentendo il nome Michelangelo pensano prima alla tartaruga ninja e poi all’artista, quindi è un gioco comunicativo che volevo portare avanti», spiega Rey Sciutto che fin dalle prime pagine parla accostando la cultura pop citando una delle più celebri soap opera statunitensi come Beautiful - che conoscono davvero tutti - a Federico III di Montefeltro. Anche a dimostrare, che certe storie si ripetono. «Ho il mio bagaglio culturale come tutti, per questo i riferimenti sono condivisi e in grado di unire diverse generazioni nelle metafore».
Nel volume non parla solo di arte, ma anche di intelligenza artificiale. «Non è quel demone che tutti pensano - afferma -. Penso che sia una invenzione come tante altre che abbiamo visto attraverso i secoli. Di certo, avrà anche un impatto con l’arte. Non credo che però sarà mai soppiantata, anzi». E fa l’esempio della fotografia che preoccupò i pittori, cogliendo anche l’occasione per spiegare ai giovanissimi la dagherrotipia. Sciutto non perde occasione per unire la storia al mondo contemporaneo, vedendo connessioni in ogni particolare e dettaglio. Un approccio che lo ha portato a essere divulgatore per uno dei musei più importanti d’Italia, forse il più importante: gli Uffizi.
«Ho capito che il mio approccio funziona e che faccio un lavoro che mi appaga, quando mi hanno dato fiducia. Non nascondo che è stato molto emozionante». C’è chi pensa che lavorare nei social, non possa essere per sempre. «Me lo chiedono spesso, pensando che sia una occupazione. Certo magari è nato in modo più leggero, direi che l’approccio professionale con responsabilità da gestire. Ma vedo i risultati».
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