IL LUTTO
Ambrosetti, il giorno dell’ultimo omaggio
Riconoscimento dalla Regione: la proposta del governatore Fontana
Oggi, martedì 9 settembre, è il giorno dell’ultimo omaggio ad Alfredo Ambrosetti, il fondatore del Forum di Cernobbio scomparso sabato.
ORE 17:10 - I RICORDI DEGLI AMICI E DEI FIGLI
La cerimonia nella basilica di San Vittore si è conclusa con i messaggi letti sull'altare da Mario Monti, Cesare Galli, Pier Bergonzi e soprattutto dai due figli Antonio e Chiara che hanno toccato le corde della commozione strappando anche dei sorrisi ricordando un padre speciale e aneddoti di famiglia. «Hai esercitato influenza su capitani d’industria e i politici – ha detto Monti –. L’hai esercitata là dove più conta: sulle loro menti, sulla loro competenza formandola e aggiornandola incessantemente. Sul loro senso di responsabilità richiamandoli al rispetto delle regole, della comunità, degli avversari, delle generazioni future, nell’azienda così come nel Paese».
ORE 16.05 - «IL PROFETA DEL NOI»
In una omelia carica di riferimenti personali, ricordando una profonda amicizia, l’arcivescovo Vincenzo Paglia ha definito Alfredo Ambrosetti «il Profeta del Noi». Ecco il passo: «Possiamo dire che abbiamo incontrato un profeta, ossia un uomo che guardava avanti, un uomo che non si fermava all’immediato e non si arrendeva di fronte al presente. Fin da giovane aveva avuto visione, fin da quando si recò negli Stati Uniti sfidando il Paese, frequentando con successo quattro corsi di laurea senza conoscere prima la lingua inglese. In un mondo nel quale ciascuno vede solo se stesso, Alfredo è stato il profeta del noi. Sognava un paese e una società che fosse più giusta per tutti. In una folla di io, è stato l’uomo del noi, che voleva che i sogni più grandi divenissero di tutti. Alfredo è stato un artefice indimenticabile. Credeva nella responsabilità del singolo, diceva “usate il cervello così cambierete il mondo”. La responsabilità, per lui, era tessere il “noi”, per una società più solidale».
ORE 15.40 - L'ARRIVO IN BASILICA
Alla celebrazione in Basilica sono presenti anche il governatore della Lombardia Attilio Fontana, il sottosegretario regionale Raffaele Cattaneoe l'ex parlamentare Daniele Marantelli. Tra quanti hanno voluto essere a Varese per un ultimo saluto, c'è una delegazione di atleti di Special Olympics, con la direttrice regionale Elisabetta Falbo. Le letture sono state lette dalle due nipoti più grandi di Ambrosetti.
ORE 15.00 - IL CORTEO
Partito ora il corteo funebre da Palazzo Estense. Presente il ministro Giorgetti, Mario Monti, esponenti delle istituzioni. La benedizione è stata impartita dal prevosto Gioia. I funerali in San Vittore vengono celebrati dall’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la vita e stretto collaboratore di Papa Francesco. Il corteo è scortato dalla polizia in moto.
ORE 11.00 - CAMERA ARDENTE IN SALONE ESTENSE
La camera ardente per Alfredo Ambrosetti si è aperta a mezzogiorno nel Salone Estense, cuore del Comune di Varese. Dal sindaco Davide Galimberti agli assessori Stefano Malerba e Andrea Civati, dai politici come il senatore Pd Alessandro Alfieri e il deputato FdI Andrea Pellicini alle forze dell'ordine, dai campioni della Grande Ignis agli amici di sempre, tanti varesini stanno rendendo omaggio al feretro, coperto di fiori bianchi e con la "guardia" di due carabinieri in alta uniforme. All'ingresso anche il picchetto d'onore della Polizia locale cittadina. Anche il presidente dell'Inter Beppe Marotta ha abbracciato la moglie di Ambrosetti Lella e i figli Chiara e Antonio, ricordando il suo ruolo di mecenate sportivo. «Ho perso un amico che ha dato tanto alla sua città».
LA ROSA CAMUNA
Intanto la seduta di ieri della Giunta regionale della Lombardia si è aperta con il ricordo di Giorgio Armani e Alfredo Ambrosetti. Il presidente Attilio Fontana ha proposto ai colleghi di destinare alla memoria del “Re della Moda” e dell’inventore del “Forum di Cernobbio” il “Premio Rosa Camuna 2026”, la più importante onorificenza della Regione. «Entrambi, nei rispettivi ambiti di competenza – ha detto Fontana – hanno lasciato un’impronta forte e indelebile anche e soprattutto a livello internazionale, sempre nel segno dell’esaltazione e del saper fare lombardo».
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