ESCURSIONE
San Zeno: il tempietto che domina la vallata
La chiesa è meta di devozione anche dalle valli circostanti. Un vista spettacolare verso l’Isola Comacina

Brunate? Il Resegone? Il Legnone? No. La vista più bella sul Lago di Como si trova in Valle d’Intelvi, a meno di un’ora d’auto da Varese. Qui, in mezzo alla vallata, come se sia stato tutto perfettamente pensato e realizzato da un intervento divino, sorge un piccolo “gnocco” che emerge dolcemente dal basso. Sale, sale, sale e arriva in una posizione perfetta per ammirare il Lago di Como in uno dei suoi angoli più belli, quello verso l’Isola Comacina. Tanta bellezza naturale ha poi ispirato l’uomo nel costruirci una delle chiesette di montagna più iconiche, anche se non conosciutissime rispetto ad altre mete del “Lake Como” che richiama sul Lario milioni di turisti da tutto il mondo.
Si tratta della chiesa di San Zeno, simbolo incontrastato della Valle di Intelvi e meta di devozione dalle valli circostanti, dominandola e issandosi nel mezzo. L’edificio religioso fu edificato, prima dell’anno 1000, su un’area sacra preesistente in vetta al monte Auragio, quando si diffuse il culto a San Zenone (vescovo di Verona nel IV secolo) ed è la più antica della valle. Nel dettaglio sorse per sciogliere il voto di maestri comacini colti da una burrasca sul lago al largo di Bellagio mentre tornavano dalla costruzione della chiesa di San Zenone a Verona. Di culto antichissimo e aggregante, ha sempre avuto la funzione di baluardo di tutta la comunità nel periodo dei transiti carovanieri dalle Alpi alla Pianura padana.
Il tempietto aveva la facciata dipinta in rosso e un castello con campana e fu consacrato nel 1215 dal vescovo Guglielmo della Torre sulle reliquie del Santo Sepolcro, come si legge nelle iscrizioni della lapide di San Zeno (conservata presso il lapidarium vescovile a Como), per poi essere custodita da monaci eremiti. Dal XV secolo in poi fu abbellita da stucchi, volte, nicchie e da statue e quadri dedicati a San Bernardo, alla Santa Vergine Immacolata e a San Rocco, mentre la cura passò nelle mani di alcune confraternite.
Nel 1956 fu colpita da un fulmine, con il conseguente crollo del tetto e del campanile e rimase ridotta in macerie fino al 1996, quando il “Comitato Pro San Zeno - una chiesa per il 3° Millennio” iniziò a ricostruirla. Missione compiuta: gli antichi ruderi e l’altare furono benedetti dal vescovo Alessandro Maggiolini nel 2000. Oggi sulla facciata reca la Campana dei Giovani, sottoscritta da cinquanta giovani intelvesi, testimonianza di fede millenaria e benedetta da Papa Giovanni Paolo II a Roma il 27 maggio 1998. Il percorso che porta alla chiesetta ospita invece delle stazioni della Via Crucis realizzate con traversine ferroviarie a opera dei gruppi Alpini valligiani nella memoria della ritirata del Don (1942 - 1943), mentre l’eremo adiacente, sorto sulle antiche basi, fu edificato (2013 - 2015) dagli Amici del San Zeno. Infine la chiesa è stata solennemente consacrata a San Zeno dal vescovo Diego Coletti nel 2015 ed è ricca di donazioni di opere d’arte, tra le quali la copia della Corona Ferrea, a ricordo delle antichissime origini cristiane del territorio.
Il percorso più facile per raggiungere San Zeno, con circa un’ora di camminata tra andata e ritorno e 100 metri di dislivello parte dall’area pic-nic Pian delle Alpi, nel Comune di Cerano d’Intelvi. Il tragitto è facile da seguire, anche perché lungo la mulattiera si trovano i crocifissi della Via Crucis, che portano fino alla chiesetta.
© Riproduzione Riservata