IN SCENA
Sono arrivati i Mormoni. E fanno ridere
Agli Arcimboldi il musical creato dagli autori di South Park
Dissacrante, esilarante, politicamente scorretto: per la prima volta in Italia, al Teatro Arcimboldi di Milano fino al 21 dicembre, il musical The Book of Mormon. Nato dall’incontro di Trey Parker e Matt Stone, autori della serie televisiva South Park, vincitore di premi internazionali, con Robert Lopez, lo spettacolo ha debuttato nel 2011 a New York ed è stato rappresentato in tre continenti. Definito dalla critica rivoluzionario e classico al tempo stesso, umano, divertente, osceno, scandaloso e senza alcuna paura anche quando rasenta l’essere “blasfemo”, The Book of Mormon è un susseguirsi di follia e di irriverenza che sovverte la commedia musicale e travolge convenzioni e stereotipi. Il New York Times è arrivato a definirlo “il miglior musical del secolo”. Con libretto, musica e testi di Trey Parker, Robert Lopez e Matt Stone, diretto da Casey Nicholaw e Trey Parker, con coreografie di Casey Nicholaw, scenografie di Scott Pask, costumi di Ann Roth, disegno luci di Brian MacDevitt, suono di Brian Ronan, orchestrazioni di Larry Hochman e Stephen Oremus, che cura anche la supervisione musicale e gli arrangiamenti vocali, il musical è la storia di due giovani missionari mormoni inviati in Uganda per convertire gli abitanti di un villaggio. Ma le loro convinzioni religiose sono messe alla prova da ciò che incontrano: povertà, guerra, malattie, disperazione li costringono a confrontarsi con la dottrina che loro hanno idealizzato e la distanza da questa e la vita reale. Un’unione di umorismo dissacrante e profonda riflessione umana è ciò che caratterizza il musical, che indaga la differenza tra fede autentica e dogma istituzionalizzato, senza alcun attacco né tantomeno alcuna derisione della religione organizzata e della spiritualità. Ma celebrando la capacità dell’essere umano di credere in qualcosa e trovare speranza attraverso il racconto, riconoscendo la nostra vulnerabilità. Il tutto con un linguaggio senza filtri che invita ad andare al di là delle apparenze per riflettere in maniera profonda sul valore della fede, della speranza e della solidarietà. Senza mancare di lasciare il pubblico spesso completamente scioccato dall’alternarsi di grande allegria e sconcertanti oscenità. Lo spettacolo è in versione originale, in lingua inglese senza sovratitoli.
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