ROMA
Studio,'Femminicidi più frequenti dove c'è più emancipazione'
(ANSA) - ROMA, 29 OTT - In Italia i femminicidi tendono a
essere più frequenti in contesti caratterizzati da maggiore
emancipazione femminile, ma dove la cultura patriarcale è ancora
radicata. E' quanto emerge della ricerca "Femicides,
Anti-violence Centers and Policy Targeting" presentata stamani
durante l'incontro "Una prospettiva territoriale sui femmicidi"
su iniziativa della senatrice del Pd Cecilia D'Elia,
vicepresidente della commissione femminicidi e condotta da
quattro tra docenti e ricercatori del Dipartimento di Scienze
Sociali ed Economiche dell'Università Sapienza di Roma.
Dall'analisi, che impiega algoritmi di intelligenza artificiale,
emerge che la distribuzione dei Cav-Centri Antiviolenza non
corrisponde pienamente a quella delle aree a maggior rischio,e
le nuove aperture non avvengono laddove c'è maggior urgenza.
"Tanta violenza oggi è reazione alla libertà - ha detto la
senatrice Pd - Tanti femminicidi avvengono quando una donna dice
no oppure si laurea prima, come Giulia Cecchettin. Siamo di
fronte ad una polarizzazione che nello studio viene indicata
nelle nuove generazioni". Questa violenza contro le donne "non
è un fenomeno che - ha aggiunto - si supera di per sè. Per
questo le politiche di prevenzione sono così importanti ed una è
quella di rafforzare la rete dei centri antiviolenza. Si parla
spesso di tutte queste donne che non denunciano e se poi
denunci, c'è l'allontanamento, ti danno pure il braccialetto e
poi sei uccisa lo stesso... altro che vittimizzare le donne che
non denunciano. Il tema è quanto siamo capaci di aiutare le
donne quando denunciano. E' una questione molto aperta che - ha
concluso D'Elia - ha a che fare con la cultura ed i fondi: noi
dobbiamo rivedere anche il contratto sui braccialetti
elettronici, una volta che li abbiamo resi obbligatori". (ANSA).
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