PALERMO
Su sparizione guanto killer Mattarella spunta nome Contrada
(ANSA) - PALERMO, 24 OTT - Spunta il nome di Bruno Contrada,
l'ex numero due del Sisde condannato per concorso esterno in
associazione mafiosa, nella storia del guanto che uno dei killer
di Piersanti Mattarella dimenticò nell'auto usata per la fuga
dal luogo del delitto poi scomparso nel nulla. Dell'ex
poliziotto si parla nell'inchiesta dei pm di Palermo che per il
depistaggio delle indagini sull'uccisione di Mattarella oggi
hanno arrestato l'ex funzionario di polizia ed ex prefetto
Filippo Piritore.
Contrada, lo accerta una sentenza ormai passata in giudicato,
nell'anno del delitto Mattarella, su cui il funzionario di
polizia indagò sia come capo della Squadra mobile che come capo
della Criminalpol, aveva rapporti con la mafia di Michele Greco
e Totò Riina. Per cui - è la tesi dell'accusa - mentre si
occupava dell'inchiesta sull'assassinio, intratteneva relazioni
riservate con i boss. L'ex numero due del Sisde, sostengono
ancora i magistrati, era sul luogo del delitto per partecipare
alle indagini e, il 6 gennaio 1980, insieme all'ufficiale dei
carabinieri Antonio Subranni e all'allora pm Piero Grasso,
acquisì informazioni sia dalla vedova di Mattarella, Irma
Chiazzese, che dal figlio Bernardo, entrambi presenti
all'omicidio. Lo stesso Piritore ammette di aver informato del
guanto Contrada. "Avvisai subito il dirigente della Mobile,
nella persona di Contrada, che evidentemente mi disse di
avvisare il dottor Grasso e di mandare i reperti alla
Scientifica", ha detto ai pm l'indagato. Contrada e Piritore,
infine, secondo i magistrati, erano amici e si frequentavano
anche oltre il lavoro. (ANSA).
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