VIAGGIO ARTISTICO
Un giorno a Palazzo Moroni
Dopo tre anni di restauri ha riaperto l’edificio seicentesco di Bergamo. Tutte le informazioni per la visita

Tra le sue sale e nei giardini si può conoscere la scalata di una famiglia che da imprenditori, divennero nobili, fino a diventare una delle stirpi di riferimento per la cultura a Bergamo. E poi scoprire gli stili, i gusti e le necessità che cambiano tra Seicento e Ottocento: dal salone da ballo per lo svago, alle stanze costruite seguendo le mode esotiche dell’epoca, oltre alle diverse anime e passioni degli abitanti che vi hanno vissuto e lasciato un segno. Questo viaggio nel tempo, nei costumi e nello stile si può compiere visitando Palazzo Moroni, edificio seicentesco nel cuore della Città Alta che, dopo tre anni di restauri, ha riaperto alla fine del novembre scorso.
VITA VISSUTA E CAPOLAVORI
Il percorso di visita è stato completato dalla sistemazione e riapertura di cinque ulteriori sale al piano nobile, caratterizzate da un allestimento ottocentesco - Sala Gialla, Sala Rosa, Sala Azzurra, Salottino Cinese e Sala Turca - e il mezzanino, con il cucinone e l’appartamento utilizzato fino al 2009 dal conte Antonio Moroni, ultimo abitante della dimora. Il primo palazzo urbano acquisito dal FAI annovera degli interni straordinariamente conservati nelle decorazioni, negli arredi, negli oggetti e nelle opere d’arte della collezione di famiglia e che, tra i capolavori, ospita tre ritratti di Giovanni Battista Moron: Il Ritratto di Isotta Brembati, quello di Giovanni Gerolamo Grumelli, meglio noto come Il Cavaliere in rosa e il Ritratto di signora anziana.
INTERNI ESOTICI
Le novità riguardano l’area frutto delle modifiche che hanno interessato il palazzo intorno al 1835, in vista del matrimonio di Alessandro Moroni con la nobile milanese Giulia Resta. L’allestimento di questi spazi, più intimi e raccolti di quelli seicenteschi, è dominato da sete preziose, ceramiche orientali e francesi, arredi laccati e in stile impero e decorazioni ad affresco che riproducono stucchi a trompe-l’oeil e si alternano a fantasiosi soggetti che prendono ispirazione dal mondo classico ed esotico. Per esempio, come spiega Gimmy Schiavi, property manager di Palazzo Moroni, «all’interno si trova un clima molto caldo e conviviale, come entrare in una casa e scoprire le usanze dell’epoca. È il caso, per esempio, dell’inginocchiatoio nella camera da letto, che indicava il rito della preghiera prima di coricarsi». Oppure «la Sala Cinese, ispirata ai viaggi da Marco Polo in poi con ceramiche, finiture e dipinti di ambientazione dell’Estremo Oriente, o la Sala Turca con animali come la tigre, la zebra o la scimmia. Inoltre, tra gli altri gioielli conservati, si può trovare un mosaico originale di Villa Adriana di Tivoli, regalo di matrimonio del cardinal Furietti, figura ecclesiastica di Bergamo e appassionato di archeologia».
GIARDINI E ORTAGLIA
Andando all’esterno si può passeggiare nei giardini, estesi con terrazzamenti panoramici ai piedi della Rocca civica, fino all’ortaglia, due ettari di campagna nel cuore della città, con panchine e i vialetti, per riposare e respirare l’atmosfera di un tempo. Le fototrappole inserite hanno permesso di raccontare come l’area, seppure in un territorio fortemente urbanizzato, sia popolato da “abitanti” particolari come tassi, volpi, faine, ricci, upupe, picchi e scoiattoli: «Abbiamo volutamente lasciato le zone periferiche un po’ selvagge - spiega ancora Schiavi - affinché venisse tutelato l’habitat di questi animaletti».
Nel giardino svetta anche la torre medioevale che, in futuro, dovrebbe essere oggetto di restauro, mentre oggi non è visitabile: «All’interno si trovavano un pensatoio, con la biblioteca e lo studiolo. Essa rappresentò un messaggio lanciato alla città, ovvero di una famiglia e della loro ascesa: da imprenditori, i Moroni erano diventati nobili grazie al matrimonio tra Francesco e Lucrezia Roncalli, a seguito del quale venne eretto il Palazzo, e successivamente, si è voluto mostrare a tutti, tramite la torre quale simbolo di massimo splendore della stirpe, anche l’elevazione del grado culturale».
Infine, si sono inaugurati, gli spazi di accoglienza rinnovati e nuovi servizi e strumenti di accompagnamento alla visita, a cominciare da un video-racconto con proiezioni immersive allestito nel cucinone, che narra - con la voce di Luca Micheletti - la storia della famiglia e del palazzo.
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