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Alessandro Preziosi porta Shakespeare sul lago

«L’attualità del tema della lotta per il potere vista sotto la lente di ingrandimento della storia e mirabilmente distillata dalle autorevoli fonti antiche dalla poesia di Shakespeare risalta in un contesto geopolitico travagliato in cui i fantasmi dei regimi totalitari non hanno smesso di torturare le rovine dell’Europa. È l’omicidio più famoso della storia, ripercorrerlo attraverso il punto di vista politico e oratorio di Marco Antonio è una profonda riflessione sulla verità e sulla onestà».
LO SPETTACOLO
Questi, per Alessandro Preziosi, l’attualità e i temi principali di “Le Idi di Marzo. Frammenti dal Giulio Cesare di William Shakespeare” che l’attore porta domani, domenica 16 luglio, al Maggiore di Verbania su adattamento di Tommaso Mattei e musiche originali di Giacomo Vezzani, compositore e attore della compagnia Teatro del Carretto, autore, tra l’altro, della colonna sonora di Invisible Boy di Salvatores e delle musiche di innumerevoli spettacoli teatrali e lungometraggi cinematografici, che qui esegue dal vivo con live electronics. Musiche che si muovono e si intrecciano con le parole, come sottolinea lo stesso Preziosi: «Il tessuto ideato da Giacomo Vezzani - spiega infatti - spazializza in musica le emozioni dei protagonisti creando un contesto drammatico e cangiante, quasi una colonna sonora cinematografica che accompagna lo spettatore nella narrazione, come una carezza che può divenire un nodo alla gola».
LA TRAGEDIA
Il recital ripercorre la tragica vicenda delle Idi di Marzo raccontata da Shakespeare nel “Giulio Cesare” partendo dal punto di vista dei quattro protagonisti: Cesare, Marcantonio, Cassio e Bruto e prendendo le mosse, nel racconto, dalla celebre orazione funebre di Antonio che incastona un dramma in cui i personaggi, cospiratori o fedeli a Cesare, sono totalmente ambigui, né positivi né negativi, né luci né ombre. Piuttosto sono politici che agiscono in conseguenza o in nome del potere, guidati dall’ambizione che, per natura, è essa stessa ambivalente, mai solo buona o cattiva.
«LE EMOZIONI TENGONO UNITI I PROTAGONISTI»
«Tutte le voci del dramma concorrono a un coro fatale, una notte tremenda precede il cesaricidio. La fermezza di Cesare nell’affrontare il destino si rispecchia nei caratteri dei congiurati: mentre Bruto diviene figura quasi amletica, Antonio resta sullo sfondo narratore solo apparentemente neutrale». A fare da fil rouge di collegamento dei personaggi sono le emozioni. «Sono proprio le emozioni - conferma Preziosi - a tenerli uniti nel tragico epilogo, che toccano tutti noi ancora da vicino. L’eredità di Cesare inclina pericolosamente la storia». E Marco Antonio, amico leale di Giulio Cesare che sa usare la parola a proprio vantaggio, utilizzandola per i propri fini, abile manipolatore del popolo romano attraverso la retorica, ripercorre insieme al pubblico i tragici fatti e le devastanti emozioni di cui è stato protagonista e testimone fino proprio a quell’orazione funebre che è rimasta nella storia del teatro, e che offre una conclusione vibrante e quasi paradossale.
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