LAVORO
Urso in Turchia: missione Beko
Il ministro: «Spero che sia risolutivo»

«Nelle prossime ore sarà in Turchia per quella che spero sia la missione decisiva»: lo ha annunciato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, rispondendo al question time al Senato ad una interrogazione sulla tutela dei siti produttivi ex Whirlpool in Italia, oggi di proprietà della multinazionale turca Beko, tra cui quello di Cassientta di Biandronno. A presentare l’interrogazione il leader di Azione, Carlo Calenda, che illustrandola ha accusato il ministro di «aver mentito agli operai» sul tema del golden power esercitato nei confronti dell’azienda al momento dell’acquisizione degli stabilimenti, perché in questo non c’è «alcun obbligo di mantenimento dei livelli occupazionali e produttivi» e perché «non lo sta utilizzando».
«L’interrogazione si fonda su una mia dichiarazione che è stata volutamente distorta» ha risposto il ministro. «È vero - ha aggiunto - che lo scorso 4 dicembre ho assicurato che in Italia l’occupazione resterà inalterata, ma è stato omesso il riferimento temporale per il 2025. È proprio grazie al nostro impegno che l’azienda ha confermato la produzione a Siena fino al 2025, assicurando la tutela dei livelli occupazionali per l’anno in corso come in tutti gli altri stabilimenti italiani».
Quanto al tema del golden power, ha continuato Urso, «ha consentito di bloccare il progetto industriale» di Beko al momento dell’acquisizione degli stabilimenti Whirlpool, «a differenza di quanto accaduto in altri Paesi europei». Il golden power non potrà però «riguardare lo stabilimento di Siena perché manca il presupposto necessario per poter esercitare lo strumento, ossia quello della sovrapposizione delle produzioni con altri stabilimenti dell’Unione europea, sia perché quello stabilimento non è più di proprietà dell’azienda».
Urso ha poi annunciato che mercoledì prossimo si incontrerà con Regione Toscana e Comune di Siena «per trovare una soluzione sulla disponibilità dell’immobile».
«Davvero dà assicurazioni ai lavoratori per un anno?» la replica di Calenda. «Caro ministro - ha sottolineato -, la verità vera è che lei ha mentito ai lavoratori e un ministro dello Sviluppo economico che mente ai lavoratori in un Paese normale si dimette».
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