GITE DOMENICALI
Un pomeriggio tra arte e panorami

Un’antica cava rimessa a nuovo e diventata belvedere. Un panorama splendido sul Lago Ceresio e sulle Alpi e un viaggio nella guerra che non c’è mai stata, fra i tunnel e le trincee della Linea Cadorna.
Fra Saltrio e Viggiù si può passare una giornata fra natura e storia. Si consiglia di lasciare l’auto al cimitero di Saltrio, in via Manzoni, e da qui salire verso la cava Salnova. Poco prima di entrare dove ancora oggi lavorano gli escavatori, sulla sinistra parte un sentiero segnalato verso la Cava Brusada.
Dopo circa 40 minuti si arriva in questo luogo imponente, recuperato dall’associazione Amici del Monte Orsa. Ci sono tavoli da picnic, terrazzamenti, balconi, attrezzi antichi, antri nella roccia e storie descritte nei pannelli di quella che fu la Valceresio di una volta. Soprattutto un bel panorama verso la pianura e la vallata sottostante. Proseguendo in salita, un sentiero ripido porta al Monte Croce (15 minuti) e altri tre quarti d’ora conducono al Monte Pravello, da dove si gode una magnifica vista sul Lago Ceresio, verso Lugano e Brusimpiano e, chiaramente su Alpi e Prealpi.
Proseguendo verso il Poncione di Arzo e prendendo per Saltrio si può scendere dal sentiero dei 100 gradini, che durante la Seconda guerra mondiale venne percorso dalla senatrice a vita Liliana Segre, quando fu catturata e poi deportata ad Auschwitz. Mentre andando dal Pravello verso il Monte Orsa, si resta in «cresta», camminando fra le trincee della Linea Cadorna fino a un tunnel lungo un centinaio di metri (si consiglia di portare torcia e felpa), utilizzato dai militari anche se qui il conflitto bellico non arrivò mai.
All’interno delle feritoie, si ammirano i paesaggi sul lago e un belvedere è raggiungibile anche dai disabili, grazie a uno scivolo che parte dal rifugio Pravello (aperto la domenica), dove può arrivare in auto chi ha difficoltà di deambulazione.
Infine, raggiunto il Monte Orsa, si scende a Viggiù, dove si possono visitare i musei dedicati agli scultori e agli scalpellini che resero famosa la Valceresio tra cui Enrico Butti, creatore dell’Alberto da Giussano, per poi tornare a Saltrio.
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