INPS VARESE
Il lavoro per i giovani c’è, ma sempre più precario
Occupazione in salita e disoccupazione ai minimi storici: domina il tempo determinato. Stranieri in rimonta grazie alla richiesta in settori che perdono appeal per gli italiani
Una fotografia della società varesina, con tutti i suoi chiaroscuri: uno spaccato sul mondo del lavoro, sul ruolo di uomini, donne e giovani, italiani e immigrati. Un “romanzo provinciale” che esce dal Rendiconto sociale 2023 dell’Inps di Varese, presentato ieri - martedì 15 ottobre per la prima volta in un evento pubblico alla Camera di commercio. Si parte da dati positivi: il tasso di occupazione balza dal 67,2% al 69,6%, soprattutto per gli uomini giovani che sfiorano il 92% (donne al 69%). I 25-34enni lavorano quasi tutti, ma i contratti sono spesso a tempo determinato (36mila contro i 23mila indeterminati), mentre per gli stranieri c’è una crescita del posto fisso, in settori non appetibili per gli italiani, come nei lavori domestici, in agricoltura e nelle pulizie (e crescono anche le loro pensioni). Anche il tasso di disoccupazione è sceso dal 4,7 del 2022 al 3,6%, dando l’immagine di un territorio vivace, dove la maggior parte delle persone si alza al mattino e va in azienda.
DUE FACCE
«Nel complesso si nota la ripresa economica - commenta la direttrice provinciale Inps di Varese, Tania Balzani -. Il mondo del lavoro sta cambiando insieme alle esigenze delle aziende e delle persone. Non sempre per esempio i giovani ambiscono ad avere il posto fisso. E l’Inps dovrà rispondere sempre più a queste nuove esigenze. Immagino persino l’atrio di ingresso come quello di un fast food, con totem e pulsanti per avere risposte con l’Intelligenza artificiale in futuro». L’ambivalenza dei dati preoccupa istituzioni e parti sociali (ieri è intervenuto anche il prefetto Salvatore Pasquariello). «Condividiamo analisi e conclusioni di questo rendiconto - dice Mauro Temperelli, segretario generale Camera di commercio -. Penso ai dati sull’occupazione, che ha toccato quota 70%, e a quelli sulla situazione demografica, che ci preoccupano. Nei prossimi vent’anni, l’indice di vecchiaia salirà a 288 ultra 65enni ogni 100 ragazzi entro i 14 anni. Dobbiamo essere più attrattivi nei confronti delle giovani generazioni».
I CONTI
È un problema di sostenibilità, ribadisce il presidente del comitato Inps, Antonio Massafra (coordinatore varesino della Uil): «Aumenta l’occupazione ma soprattutto a tempo determinato per gli italiani. E se il lavoro diventa precario, la fotografia scattata sui nuovi contratti riguarda chi è in attività otto ore e chi lavora un giorno. Siamo al punto che la spesa per le pensioni è il 15% del Pil nel 2024, ma non si vedono interventi strutturali per invertire la rotta: in provincia, su una popolazione di meno di un milione di abitanti, contiamo 380mila lavoratori in 88mila aziende e 27mila frontalieri. Il rapporto attivi-pensionati è del 60-40%. Un bel problema». Qui vivono 260mila pensionati, 220mila da lavoro e 40mila circa beneficiari di pensioni o assegni sociali e accompagnamento (34mila). Cifre enormi che mostrano l’esplosione delle richieste di assistenza. La fotografia di una terra che invecchia e fatica a lasciar spazio ai giovani.
Il servizio completo sulla Prealpina di mercoledì 16 ottobre, in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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