IL PERSONAGGIO
Varese: Pippo Campiglio, 34 anni di indagini
In pensione il poliziotto della Questura: tra i grandi casi, Lidia Macchi e il killer delle “mani mozzate”. La passione per le arti marziali

Ha indossato per la prima volta la divisa nel 1991: due anni da ausiliario, con servizio di polizia di frontiera all’aeroporto di Malpensa. L’ha tolta ora, dopo 34 anni. E in mezzo, tra il debutto e il congedo, c’è una storia professionale fatta di grandi inchieste - dall’omicidio di Lidia Macchi a quello delle “mani mozzate” con vittima Carla Molinari - e di grandi esperienze, umane e sociali. Giuseppe Pippo Campiglio, 54 anni, varesino doc, è andato in pensione in questi giorni dopo aver fatto una vita nella Polizia di Stato, passando da Malpensa, la Polstrada e i servizi investigativi per Digos e Squadra mobile. È stato anche istruttore ai corsi di difesa personale per i poliziotti. Ha ottenuto diversi encomi.
«TUTTO È INIZIATO... »
L’idea di entrare in Polizia è arrivata un po’ per caso. «Lavoravo all’Alfa Romeo qui a Varese e la Questura potava le auto da riparare. Non avevo ancora fatto il militare, quelli che sarebbero diventati poi colleghi mi portarono uan copia del bando di concorso in Polizia. E da lì è iniziato tutto».
«La qualità migliore che dovrebbe sviluppare un poliziotto? Tante si imparano con l’esperienza. Personalmente, ritengo molto importante la riservatezza».
ISTRUTTORE DI ARTI MARZIALI
Pippo Campiglio dà del tu alle arti marziali: è terzo dan di judo, metodo Mga Fijilkam (la federazione), istruttore Pankration. «Nel judo - spiega - si insegna anche l’educazione, ha un grande valore sociale». Tiene i corsi, Campiglio, nella sede di via Donatello 1, dove c’è anche la Varesina ginnastica artistica.
Campiglio, figura molto nota in città, ha pubblicato anche un libro dal titolo “Freddo” in cui racconta tutta la sua carriera.
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