DUE RUOTE
Pronti per il trekking in bici?

Pedalare sulla bici da strada oppure in mezzo ai boschi con la mountain bike? Non solo, il pedale può avere una terza via: da qualche tempo in Italia è arrivata una nuova modalità di andare in sella, ovvero il trekking. Sì, il nome, mutuato dalle camminate in montagna, è una sorta di via di mezzo fra i due ciclismi più praticati.
Il trekking da bici si sviluppa andando prevalentemente su strada, ma con biciclette che sono una via di mezzo fra quelle da strada e quelle da off-road, utilizzando percorsi poco battuti dalle auto.
Sostanzialmente le bici da trekking sono due ruote da turismo, adatte per lo più a muoversi sull’asfalto e a macinare molti chilometri. Non è la classica bicicletta da città e, in certe occasioni non estreme, si adatta bene anche sullo sterrato.
Una caratteristica fondamentale è la comodità, proprio perché l’obiettivo di queste bici è quello di pedalare per molte ore, magari con un bagaglio oppure possono essere dotate di parafanghi, tracking e delle luci dinamo. Inoltre hanno solitamente dei copertoni tassellati, che garantiscono una maggior stabilità in condizioni di sterrato, oltre a delle sospensioni tendenti al morbido, per rendere confortevoli i molti chilometri che solitamente fa chi è in viaggio con queste biciclette.
Una caratteristica chiave è la leggerezza, che permette di pedalare senza sforzarsi troppo, come avviene invece con le Mtb più robuste di cui, però, mantengono il disegno del manubrio.
Insomma, la bici da trekking è l’ideale per girare nell’alto Varesotto su alcune strade poco conosciute e trafficate che vanno su e giù per colline, passi e valli. Come nel caso dell’iniziativa Sulle strade di Alfredo Binda (sito web qui), recentemente avviata dall’associazione Ciclovarese e di cui, in queste pagine, si presentano i tre percorsi. «Per aderire – spiega il promotore Sergio Gianoli, che ha raggruppato nel progetto realtà come Amici bici, Gruppo sportivo Contini e Funtos bike - il punto di partenza è la Bussola di Cittiglio, tranne nel giorno di chiusura di martedì. Ci si iscrive, si riceve il foglio di viaggio e su ogni percorso vengono messi dei controlli a timbro. Alla fine, dopo aver pedalato lungo i tre tragitti, si riceve un diploma e un pacco regalo. Finora hanno aderito ragazzini, cicloamatori ed ex professionisti come Beppe Saronni e Daniele Nardello che hanno così omaggiato, sulle sue strade, il grande Alfredo Binda».
Ma chiaramente, il tragitto si può scegliere con il classico fai da te, visto che le possibilità non mancano. Mentre chi all’asfalto vuole unire anche un po’ di sterrato, il Varesotto offre parecchie alternative, come nella zona fra Cuasso al Monte, Marzio e Valganna, ma anche nel Parco del Campo dei Fiori o verso la Forcora.
Attenzione, però, come ricordano gli esperti, il caschetto e la prudenza sono obbligatori, soprattutto sui sentieri dove la precedenza è del pedone e, oltre a divertirsi, bisogna prestare la massima attenzione e concentrazione.
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