LA PROTESTA
Via Curtatone, la polizia sgombera i manifestanti
Forze dell’ordine entrate all’interno del cantiere di Gallarate. Quattro persone si trovavano sugli alberi, tra cui una minorenne
È iniziato lo sgombero del presidio del comitato “salviamo il bosco” in via Curtatone a Gallarate. Nel pomeriggio di oggi, martedì 27 agosto, gli agenti della polizia di Stato e della polizia locale hanno dato il via alla rimozione del materiale portato da alcuni esponenti del gruppo Tanuki per poter salire sugli alberi e presidiare dall’interno l’area del cantiere. «Gallaratesi e non solo ci siete, venite a sostenerci», questo è l’appello lanciato in diretta live dagli esponenti del comitato che da settimane presidi l’area. Presente sul posto anche il vice questore aggiunto e commissario di Pubblica sicurezza, Luigi Marsico.
MOMENTI DI TENSIONE
Poco prima delle 16 gli agenti della polizia di Stato, supportati dalle pattuglie della polizia locale di Gallarate, hanno iniziato le operazioni per permettere al furgoncino di poter accedere all’aria e portare via il materiale e fare foto all’area. I manifestanti, soprattutto i membri del gruppo Tanuki, si sono presi sotto il braccio in modo da formare un cordone e impedire così l’accesso all’aria. Un tentativo che poi, dopo i momenti di tensione, si è dimostrato vano dato che i furgoncino e il personale incaricato è riuscito a entrare. Nel frattempo in via Curtatone non sono mancati i momenti di scontro, sia verbale che fisico, tra gli agenti e il gruppo di anarchici. A un ragazzo del gruppo Tanuki è stato notificato il Daspo. Una manifestante - in stato di fermo - è stata portata via dalle forze dell’ordine. Per garantire la massima sicurezza dell’aria, l’accesso al tratto di via Curtatone dove il comitato ha realizzato il punto di presidio e dove c’è anche l’accesso all’area del cantiere è stata interdetta al traffico.
PRESIDIO DAVANTI AL COMANDO DELLA POLIZIA LOCALE
Un gruppo di esponenti del gruppo Tanuki si sono presentati davanti al Comando di polizia locale in via Ferraris per avere notizie della ragazza che al momento è in stato fermo. All’esterno, slogan urlati a squarcia gola, sassi e campanelli suonati a oltranza.
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