IL GIARDINO
Villa Arconati: immersi nel Seicento
Situata nel cuore verde del Parco delle Groane, racconta quattro secoli di storia del patriziato milanese

La primavera come stagione della rinascita e che segna il passaggio dal buio e freddo inverno allo sbocciare di un nuovo inizio, può essere vissuta al meglio visitando Villa Arconati, a Castellazzo di Bollate. Qui, dopo le piogge di Pasqua, il giardino si sta risvegliando con nuovi suoni, profumi e colori, mentre le sale spalancano le finestre (365 come i giorni dell’anno, secondo una leggenda locale) per far entrare la luce di un nuovo inizio. E forse non è un caso se i riferimenti al tempo e alle stagioni sono così frequenti nella Villa: in passato, il Castellazzo era un luogo profondamente legato alla terra, ai suoi ritmi e cicli, alle sue esigenze e particolarità.
Quest’anno, tra l’altro, per la prima volta in assoluto ha aperto al pubblico l’Appartamento dedicato alle stagioni, situato nell’ala sud-est del piano nobile: quattro sale con una delicata decorazione di eleganti stucchi incorniciati da dorature, che raccontano i miti e le divinità classiche legate alle stagioni. Partendo dalla Camera della Primavera, sulla volta si libra Flora, con una cornucopia carica di foglie e fiori, per poi proseguire nella Camera dell’Estate, con Cerere e una canestra di frutta. Questa stanza un tempo custodiva il celebre “letto di Raffaello”, a baldacchino in velluto blu con decorazioni in fili d’oro, la cui struttura di sostegno era totalmente invisibile. In questo modo il baldacchino sembrava fluttuare nell’aria come per magia. Questo capolavoro fu realizzato da Giovanni da Udine, allievo di Raffaello, proprio su disegno del grande Maestro.
Si passa, poi, alla Sala della Caccia, dedicata all’autunno e a uno dei passatempi prediletti dell’aristocrazia. Questa sala è anche l’unica che conserva ancora oggi ben 12 dipinti originali del 1705 di Angelo Maria Crivelli detto il Crivellone, che ritraggono scene di caccia realizzate e nature morte con pollami e pesci. Si chiude in bellezza con la Sala dello Zodiaco, una delle camere da letto più riccamente decorate della Villa, con una finta tappezzeria dipinta, che sembra ricamata di pizzi e seta e che incornicia quattro medaglioni in stucco raffiguranti le stagioni e i segni zodiacali.
Ma sono tante altre le attrazioni di Villa Arconati, situata nel cuore verde del Parco delle Groane, mantenendo miracolosamente intatta la propria identità di “villa di delizia”, immersa nel verde e in grado di raccontare quattro secoli di storia del patriziato milanese. Il progetto di ampliamento e ingentilimento del sito, iniziato dal visionario Galeazzo Arconati nel 1610, portò il Castellazzo a trasformarsi da semplice casamento di campagna in una delle più ricche e imponenti residenze nobiliari, tanto da vantare l’appellativo di “regia villa” già nel Seicento, poiché poteva rivaleggiare in splendore con le residenze dei reali.
Villa Arconati può infatti vantare un parco monumentale di ben dodici ettari, che a oggi è uno dei pochissimi esempi di giardino all’italiana e alla francese conservati in Lombardia, non avendo subito un ammodernamento all’inglese nell’Ottocento, come invece accadde a moltissimi parchi della zona. Il giardino di Villa Arconati è un luogo incantato con statue classiche, berceaux, fontane i cui giochi d’acqua sono stati realizzati partendo dallo studio diretto del Codice Atlantico di Leonardo, che era un tempo di proprietà di Galeazzo Arconati, il quale lo donò nel 1637 alla Biblioteca Ambrosiana, dove oggi è conservato. Degli studi di idraulica del Codice Atlantico, è rimasta testimonianza in una parte della noria, il meccanismo idraulico che permetteva il funzionamento dei giochi d’acqua, per la prima volta esposta quest’anno sul fronte della Legnaia.
Notevole è anche il grande parterre, il giardino alla francese sul fronte sud, che grazie al recente restauro è tornato all’elegante aspetto settecentesco testimoniato nelle incisioni delle “Ville di Delizia” di Marc’Antonio Dal Re. Info villaarconati-far.it.
© Riproduzione Riservata