IN CORTE D’ASSISE
Omicidio Ravasio: «Adilma faceva macumbe per far morire Fabio»
Al processo per l’omicidio Ravasio, le dichiarazioni dell’ex amante: «Chiedo scusa». Adilma e il video dl cadavere: «Era per farlo vedere ai miei suoceri e ai bambini»

«Una macumba per far morire Fabio Ravasio». Questo quanto riferito da una teste durante l’udienza di oggi lunedì 12 maggio, del processo, dinanzi alla Corte d’Assise di Busto Arsizio, per l’omicidio di Fabio Ravasio, avvenuto il 9 agosto del 2024 a Parabiago, con imputati la compagna della vittima, Adilma Carneiro Pereira e altri sette complici.
«VORREI RISARCIRE, MA MI HANNO CHIUSO LE PORTE IN FACCIA»
In aula, questa mattina, ha rilasciato spontanee dichiarazioni Massimo Ferretti, che è stato l’amante di Adilma: «Chiedo ancora scusa alla famiglia Ravasio, farei qualsiasi cosa per ridare la vita al figlio Fabio, ci penso tutti i giorni. Vorrei risarcire e sto cercando lavoro per farlo ma tutti mi hanno chiuso le porte in faccia». Il suo avvocato Debora Piazza ha annunciato l’intenzione di chiedere un’altra volta l’accesso alla giustizia riparativa (la Corte non l’aveva concessa un mesetto fa).
«ADILMA FACEVA DELLE MACUMBE»
È stata sentita anche la sorella di Ferretti ed è stata proprio la donna a spiegare come «Adilma mi disse che faceva dei riti, delle macumbe, per far morire Ravasio e il cugino. Voleva far loro venire un tumore». Pereira Carneiro è una seguace della religione afro-brasiliana Candomblé e, nonostante lei stessa avesse smentito, secondo quanto emerso in aula, faceva riti ed era in costante contatto con i “santoni“ della religione in Brasile. «Con la macumba voleva far morire Ravasio per ereditarne i soldi – ha aggiunto la teste –. Le servivano per comprare una cascina».
ADILMA E IL VIDEO
Ha preso poi la parola Adilma Carneiro Pereira per fornire delle precisazioni in merito al video girato sul cadavere: «Era per mostrarlo ai miei ex suoceri e ai bambini».
IL FINTO INCIDENTE
Ravasio fu investito e ucciso da quella che inizialmente era parsa un’auto pirata il 9 agosto 2024 a Parabiago. Le indagini hanno ipotizzato un quadro diverso: per il pubblico ministero Ciro Caramore la 49enne, ribattezzata la “mantide di Parabiago“, ha orchestrato l’omicidio mettendo il figlio maggiore e il marito alla guida dell’auto che travolte la vittima. Ad affiancarla nel piano c’era, sempre per gli inquirenti, Massimo Ferretti, amante della donna, che ha ammesso il suo coinvolgimento chiedendo – oggi per la seconda volta – di essere ammesso alla giustizia riparativa.
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