L’ESPOSIZIONE
Walter Capelli: «Venite con me oltre le grate delle Cappelle»
Sono in mostra a Villa Puricelli a Bodio Lomnago una trentina di «pitturografie» che sconvolgono le posizioni e le prospettive

«Se le mia prima impressione era quella di voler con i miei occhi portare il visitatore oltre la grata, oltre questo limite, ho fatto forse una cosa al contrario: ho preso le sculture, ho dato loro dinamismo e le ho fatte uscire dalle cappelle. Invece di portare il visitatore al Sacro Monte, forse sto portando il Sacro Monte al visitatore». Walter Capelli, fotografo professionista azzatese da sempre interessato a esplorare nuovi orizzonti attraverso una costante ricerca nel campo della fotografia impiegando nella stampa materiali tra i più diversi, come il legno, le lastre di cemento, il ferro arrugginito, riassume così l’idea alla base del lavoro e del progetto che sarà esposto per la prima volta dal 12 al 26 aprile (inaugurazione sabato 12 ore 17.30) a Villa Puricelli a Bodio Lomnago, nella mostra Attraverso il limite. Visioni di Passione e Silenzio, una trentina di «pitturografie», come lui le definisce, che partono dal Sacro Monte di Varese per “raccontarlo” e per “raccontare” le sue cappelle in un modo diverso attraverso scatti fotografici.
«Il titolo dato alla mostra – spiega Capelli – si lega proprio all’idea del Sacro Monte che “esce”. Tecnicamente, ho voluto dare più volumetria al movimento: io sono un ricercatore della trasformazione della fotografia in qualcosa di diverso e lo faccio andando a caccia di nuovi materiali su cui stampare potendoli lavorare, graffiare, dipingere. Questa volta ho lavorato, come faccio da qualche anno, su lastre di metallo e quello che dà il grosso del movimento, che dà liberazione totale, è che questo ferro viene tutto contorto e assume un aspetto scultoreo».
L’idea di avere Villa Puricelli come prima tappa del tour espositivo, che avrà ulteriori percorsi e si concluderà quest’anno nel Santuario del Sacro Monte, nasce da una condivisione con l’associazione Amici di Filippo di Bodio Lomnago con cui Capelli collabora da tempo. «E abbiamo fatto coincidere la prima mostra al periodo pasquale perché si tratta di un lavoro legato alla Via Crucis del Sacro Monte e perché siamo nell’anno del Giubileo». Il progetto è nato anni fa. «Ho molto a cuore il Sacro Monte – racconta Capelli -, è uno dei più bei gioielli della provincia di Varese ed è il Sacro Monte più bello del mondo. Mi piace come luogo del silenzio, è un posto che mi trasmette un’energia particolare. Durante molte camminate, guardando attraverso le grate e vedendo le strutture, mi sono immaginato la riproduzione delle opere d’arte, ma vedendole da vicino, grazie alla fiducia che mi ha dimostrato l’arciprete don Eros Monti e che ha reso possibile questo lavoro, ho cercato di dare loro un po’ di carattere che le facesse uscire dalla semplice riproduzione, per cercare di reinterpretarle con il mio occhio, la mia attrezzatura, il mio carattere. Mi sono quasi sentito, fotografando scultura per scultura, un collaboratore di tutti gli artisti, gli architetti, i decoratori che hanno lavorato in questo luogo ricco di fascino e che mi ha già offerto tanti altri spunti, anche legandomi alla possibilità di un libro». Le immagini di Capelli sconvolgono completamente le posizioni e le prospettive delle sculture, le spostano, le fotografano da angolature diverse, in un caso sembra che chi guarda sia schiacciato dallo zoccolo di un cavallo. «Ho voluto tirare fuori il carattere di ciascuna scultura – conclude il fotografo -. E il mio sogno sarebbe proprio che questo lavoro girasse il mondo, per portare il Sacro Monte lontano con tutta la sua bellezza».
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