LA NOVITÀ
Andrea, graphic novel by Stato Sociale

Un’idea nata quasi per caso, per dare un seguito a una prima esperienza letteraria, ma senza che fosse un sequel. «Andrea», la graphic novel pubblicata da Feltrinelli Comics, nella mente di chi ne ha curato la «sceneggiatura» è arrivata così. I disegni sono di Luca Genovese, affermato fumettista che attualmente collabora con Sergio Bonelli Editore. La storia porta la firma di Lo Stato Sociale.
Della band che solo pochi mesi fa al District Festival di Legnano non ha esitato a tentare il tutto per tutto per i suoi fan, esibendosi sotto un gazebo a causa della pioggia nella serata in cui era in programma, e che ci era tornata due giorni dopo per offrire quel concerto.
Una graphic novel firmata dal nome del gruppo bolognese classificatosi secondo a Sanremo lo scorso anno con il suo ritornello della «vecchia che balla», ma creata, come storia e personaggio, da Alberto «Bebo» Guidetti, che nella band suona drum machine, synth e sequencer. Dando seguito, appunto, a un’esperienza letteraria partita con il romanzo «Il movimento è fermo».
«Ragionando sulla questione – spiega Bebo – il pensiero è stato che sarebbe stato bello creare una graphic novel, il pubblico sembra molto ricettivo in questo senso». E la scelta di firmare con Lo Stato Sociale non rientra semplicemente in un’idea editoriale, ma in quella «principalmente di portare avanti un nome collettivo per esprimersi su più fronti culturali, provando a mettere il “marchio” di Lo Stato Sociale anche su un fumetto».
Quella di Andrea non è certo «una vita in vacanza», per usare il titolo del successo sanremese che ha ottenuto il doppio disco di platino: la graphic novel narra piuttosto una storia generazionale, un viaggio in un’Italia distopica attraverso lo sguardo di questo giovane bolognese che gestisce il Bar 123, alla periferia della sua città, e di proprietà di suo padre, e che non si rispecchia più nel suo Paese. Da quel bancone osserva e ascolta le storie dei clienti, ma apre anche una sorta di finestra su un mondo che non gli rappresenta alcun valore, da cui vorrebbe fuggire, mentre il passato glielo impedisce, travolgendolo fino alla follia. Una storia che si lega alla ricerca della felicità da parte di qualcuno che è prigioniero dei propri incubi e dei propri fallimenti. I temi sono forti. «L’idea principale – prosegue Bebo – era quella di raccontare una persona in cui potersi ritrovare, né eroe né antieroe, né buono né cattivo. Andrea è una persona adulta che non è riuscita a pacificarsi con il passato né trovare il suo presente. Sono temi universali». Un fumetto che è narrazione pensata per gli adulti, non certo per un pubblico di adolescenti, ma che anche a questa fascia d’età può piacere proprio nell’imperscrutabilità dei temi legati alla vita. «Da anni – spiega ancora Bebo – il fumetto descrive la vita delle persone, anche se ora l’attenzione nei confronti della graphic novel è arrivata in maniera più forte. Accade, ci sono forme che crescono, altre che vengono soppiantate: forse oggi è inevitabile che il fumetto coinvolga e interessi sempre più persone. Se ne parlava anche con Genovese: fa fumetti da vent’anni e ha dato importanti indicazioni su come scriverne una sceneggiatura. Nel metterla in piedi, una pezzo fondamentale è proprio dato dai disegni. Con Luca è riuscito tutto questo: un po’ per “culo”, un po’ anche forse per predispozione. Ma ci siamo trovati. E ci siamo trovati bene». Sì, ma per questo gruppo della canzone, che analogie o che differenze ci sono con un’arte che è dell’immagine? «È difficile metterle vicine - conclude Bebo -. La musica è un intervento, il rapporto evidente in questo caso del fumetto è l’accompagnamento che puoi avere nelle orecchie, ma non ci sono riferimenti e vorrei che la storia fosse quello che è: centrata su Andrea. Il riuscire a mantenere il ritmo, qui, sta nel trovare le azioni principali che interagiscono con il lettore».
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