L’ATLETA DEL VARESOTTO
Andrea Pilo, il più spericolato d’Italia
Campione italiano di Bike trial e protagonista al talent “Tù Sì que vales”. Il 28enne di Jerago con Orago: «Coraggio? Ci vuole testa»
Quando Andrea ha finito l’esibizione a “Tù Sì que vales”, talent show in onda su Mediaset, Maria De Filippi - uno dei giurati - ha mostrato un’espressione attonita, anzi atterrita: «Ho avuto paura io». In effetti, Andrea Pilo, 28 anni, di Jerago con Orago, ha fatto un’esibizione spericolata in sella alla sua mountain bike, tra salti vertiginosi e discese da paura. Per la cronaca: Pilo potrebbe accedere alla finalissima, si attende il verdetto.
Un talento dunque. Non solo: un campione assoluto. È suo infatti il titolo italiano Elite class1, che è la categoria più elevata, la Serie A del Bike trial. Per intenderci: il 28enne del Varesotto fa i virtuosismi, in gara, che si vedono in tv da Brumotti.
Campione italiano e il prossimo anno andrà al Mondiale. Ma come ha cominciato Andrea Pilo? «Avevo 14 anni, ero in montagna. Ho visto due ragazzi che facevano questo sport e sono rimasto affascinato. I miei genitori, subito dopo, mi hanno comprato la prima bici specifica. E ho cominciato a fare i salti». Da autodidatta. «Sì, non c’è una vera e propria scuola, ci sono singoli istruttori». E Andrea lo è per la Valceresio Bike a Cuasso al Monte, mentre per le gare è nel team Vibram.
«È uno sport abbastanza pericoloso, vero, però rispetto ad altre discipline ciclistiche non c’è la velocità, è uno sport direi statico. E questo ti permette di valutare e prevenire il rischio». Gambe e braccia fondamentali, ma la differenza la fa la testa... «Occorre tenere sempre alta la concentrazione per periodi di tempo prolungati» spiega il 28enne. Pilo ha realizzato dei video in diverse città italiane: lo si vede saltare su e giù da ponti, balaustre, palazzi. Un super acrobata delle due ruote. Le imprese più belle fuori dalle gare? «A Milano, perché è la città alla quale sono affezionato, e la performance in Francia, per un evento spettacolo, dove saltava giù dai camion in mezzo alla folla». Unica protezione (obbligatoria) il casco, anche se alcuni usano anche i parastinchi. «Le cadute? Anche quelle vanno messe in conto». Parola di campione.
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