CURIOSITÀ
Animali, ingegneri dell’ecosistema
Eravamo agli albori della storia della vita sulla Terra, oltre 3,5 miliardi di anni fa, ossia “solamente” 1 miliardo di anni dopo il “big-bang”, ma questi microscopici batteri, i cianobatteri, erano già all’opera. È proprio grazie a loro, infatti, che, dopo centinaia di milioni di anni di indefessa attività, la vita sul nostro Pianeta è drasticamente cambiata. Già, perché questi piccoli organismi, noti anche con il termine un pò “demodé” di alghe azzurre, diffusi ovunque, dagli ambienti marini a quelli di acqua dolce e terrestri, hanno contribuito in piccolissime quantità per ciascuno, ma con apporti decisamente significativi se consideriamo il loro enorme numero e il tempo trascorso, alla produzione di ossigeno e al raggiungimento degli attuali quantitativi in atmosfera.
LA MODIFICA DELL’ATMOSFERA
Ed è proprio grazie a questa attività di modificazione della composizione dell’atmosfera che la “supremazia” degli organismi aerobi, ossia che basano il loro metabolismo sull’ossigeno, è stata una “escalation” incontrastata. Ma come possiamo definire queste azioni di organismi che sono in grado di modificare così drasticamente gli ambienti e gli ecosistemi? Dal 1994 gli scienziati hanno definito questo ruolo funzionale di alcune specie con il termine di “ingegneri ecosistemici”, ossia il ruolo che alcuni organismi possono assumere nel modificare profondamente struttura e dinamica dei sistemi naturali. Sebbene solo recentemente sia stato definito compiutamente questo ruolo, già nel passato illustri studiosi avevano intuito queste ricadute di ampia portata, riferibili a singole specie.
LA CAPACITÀ DI MANTENERE L’HABITAT
Ad esempio, Charles Darwin, unanimemente riconosciuto come padre scientifico della teoria dell’evoluzione delle specie per selezione naturale, aveva già sottolineato l’importante ruolo che i coralli svolgevano nel contribuire alla costruzione degli atolli attraverso la biodeposizione di carbonato di calcio, o che i lombrichi mettevano in atto nella “manipolazione” e rimaneggiamento dei suoli. Alcuni organismi, in effetti, hanno questa capacità di creare “ex-novo”, modificare o mantenere, nonostante le naturali tendenze al cambiamento, l’ambiente in cui vivono. Questi agenti biologici sono considerati importanti, perché contribuiscono a dare forma alle comunità dei viventi su scala sia spaziale che temporale, incidendo sull’abbondanza e sulla ricchezza di specie, mantenendo la complessità e la funzionalità dell’ecosistema e, in ultima analisi, riducendo il rischio di estinzione delle specie.
UN FENOMENO DIFFUSO
L’ingegneria degli ecosistemi è per altro un fenomeno decisamente più diffuso di quel che si pensi. Ad esempio, le specie di mammiferi che costruiscono tane con consistenti attività di scavo, svolgono un ruolo importante nei loro ecosistemi. Le tane sono spesso utilizzate come riparo da altri animali, feci e urina o resti di cibo aumentano il contenuto di nutrienti del suolo attorno alla tana e la vegetazione nell’intorno a questi rifugi ipogei può essere modificata. Lʼarmadillo gigante“ (Priodontes maximus), presente in Sudamerica, grazie ai suoi artigli possenti, della lunghezza di oltre 15 cm, è un indefesso modificatore dei suoli, garantendo la disponibilità di rifugi anche a ocelot (Leopardus pardalis) e tayra (Eira barbara), ad esempio.
IL VANTAGGIO DEGLI SCAVI
Ma innumerevoli altre specie, anche vegetali, si avvantaggiano delle terre di scavo accumulate in esterno, che divengono così delle vere e proprie isole di biodiversità del Pantanal, la più grande zona umida del mondo. Anche la Marmota sibirica, specie fossoria dell’Asia centrale, con le proprie tane fornisce habitat utili per altre specie, come le volpi delle steppe (Vulpes corsac) e i gatti di Pallas (Otocolobus manul), oppure la volpoca (Tadorna tadorna) o l’agama dalla testa di rospo (Phrynocephalus versicolor).
IL RUOLO DEL CASTORO
Che dire poi di un altro roditore come il castoro, la cui attività di costruzione di dighe sui fiumi provoca la costituzione di un paesaggio acquatico completamente diverso, con acque ferme, che vengono colonizzate da animali e piante totalmente diversi rispetto a quelli tipici delle acque correnti. Un ingegnere animale, il castoro, che deviando e sbarrando fiumi rimodella i paesaggi e li rende funzionalmente diversi.
I CAMBIAMENTI APPORTATI DAI CERVI
Non dimentichiamoci inoltre dei cervi che, con la loro propensione ad alimentarsi anche di alberi ed arbusti in crescita, possono trasformare un paesaggio forestale ricco di sottobosco, in una area prativa costellata di alberi di alto fusto, impedendo per altro il rinnovamento forestale e sostenendo quindi la creazione di aree aperte e radure. A ben vedere questi animali rimodellatori di ambienti, oltre che rivestire un ruolo di specie chiave in natura, assumono un vero e proprio ruolo di “archistar” degli ecosistemi... ma, per fortuna loro, senza che i nostri tabloid se ne rendano conto.
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