L’INTERVISTA
Arianna Di Claudio: «Dopo Champagne penso all’Invisibile»
L’attrice, 24 anni, in visita alla Prealpina. «Il tempo libero è poco ma la voglia di provincia è sempre tanta. Appena possibile, torno nella mia Besozzo»
Un film e una serie tv, il primo top secret e l’altra, L’invisibile, su Matteo Messina Denaro con Lino Guanciale, Leo Gassman e Levante. Lanciatissima dal successo di Champagne, Arianna Di Claudio, attrice 24enne, attualmente è impegnata su due set. «Il tempo libero a disposizione è poco ma la voglia di provincia resta sempre tanta», dice: «Per questo, appena possibile, da Roma torno nella mia Besozzo». Venerdì 9 maggio era a Varese. In visita alla redazione della Prealpina in via Tamagno, a passeggio in corso Matteotti («Lo sa che è ancora più bella di persona che in televisione?», le ha detto una signora riconoscendola al volo) con tappa alla libreria Ubik e traguardo al MIV. Sul palco della Sala Giove ha sorpreso il fotografo Angelo Puricelli di Agenzia Blitz per l’abilità di palleggio mostrata con un pallone, non proprio uno qualsiasi ma quello che Ronaldinho ha regalato al cinema varesino.
Andrea Cervini e Paolo Franchini del MIV hanno approfittato dell’occasione per arricchire la galleria delle firme che contano con l’autografo dell’attrice rivelatasi al grande pubblico interpretando la prima moglie di Peppino di Capri nel film tv proposto più volte dalla Rai e disponibile su RaiPlay.
Cosa ha significato per lei diventare Roberta?
«Una grande gioia perché mi ha permesso di entrare in un periodo storico, gli anni Sessanta, e in un personaggio, innamorato del lusso e dello spreco, lontanissimi da me. Non assomiglio minimamente a Roberta e proprio per questo ho esultato per essere stata scelta da Cinzia TH Torrini per una parte del genere e mi sono messa a studiare, documentandomi anche oltre le necessità di copione».
Solo su Rai Uno Champagne ha avuto ben più di quattro milioni di telespettatori. Lei era alla sua prima parte importante, cosa ha pensato davanti a certi numeri?
«Un po’ ci speravo. La vera sorpresa è arrivata dopo, con i complimenti. Tanti, alcuni di circostanza, e va bene lo stesso, ma la stragrande maggioranza sinceri. A Besozzo poi... Ho fatto fatica a trattenere la commozione quando il «Brava» è arrivato da una persona a me vicina che ha sempre osteggiato, e non è ancora detto che abbia cambiato idea, la mia scelta di vivere recitando».
Gli ingaggi per serie e film tv sono stati successivi a Champagne?
«Sì. Entrambi i personaggi sono molto diversi da me, in un caso poi totalmente agli antipodi. Il fascino di questo mestiere, in fondo, è proporsi con le vite degli altri, compresi quelli che nella quotidianità tenti di tenere a distanza di sicurezza».
La vedremo mai in un personaggio a lei simile?
«Non dispero affatto. Nel dubbio, da un po’ metto nero su bianco qualche spunto. Anche se abito a Roma da tre anni, non passa giorno in cui io non pensi al lago, motore della storia che ho in mente, più alla Massimo Pericolo che alla Piero Chiara. Magari ne esce un musical. Non dimentico di avere cantato per i Trenincorsa. Peccato non sappia parlare bene come loro il dialetto, ai provini spesso lo richiedono».
Il teatro resta sempre una delle sue passioni?
«Il contatto diretto con il pubblico è fantastico. Mi piacerebbe tornare sul palco e, potendo scegliere, farlo con Carrozzeria Orfeo».
Il film del passato che avrebbe voluto interpretare?
«Non ho dubbi, Peccato che sia una canaglia, girato da Alessandro Blasetti nel 1954. In caso di remake, mi piacerebbe essere Lina. La interpreta splendidamente Sophia Loren, un’attrice che reputo in assoluto tra le migliori di sempre e non solo in Italia».
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