L’ERBA DEL VICINO
Como, il delirio
Folla in centro, turisti da ogni parte del mondo. Code fuori da negozi. Assalto anche al Duomo

La Treccani alla voce “delirio” indica, come secondo significato dopo quello psicopatologico, «manifestazione di entusiasmo collettivo». Esattamente così era ieri, domenica 11 maggio, a Como. Folla sul lungolago, nel centro storico, dentro e fuori, in coda, dai negozi. Turismo internazionale. Serpentoni di decine e decine di clienti in paziente attesa alle gelaterie. Anche il duomo - la cattedrale di Santa Maria Assunta - presa d’assalto per i vespri delle 18. Cartelli, anche lì, in quattro lingue con relativo Qr code per ascoltare le traduzioni.
L’entusiasmo per le gesta della squadra di calcio colora di sciarpe, bandiere, gagliardetti, tutti i negozi. Tutti.
Ordine e decoro vengono garantiti, ovviamente, con dedizione. Sembra Lugano.
Turismo internazionale appunto. Gli americani si riconoscono a vista. Tanti arabi.
Il paragone con Varese, che ieri comunque ha vissuto una domenica vivace, grazie anche a EcoRun, al mattino, è improponibile. Per diversi fattori: primo, il fatto che Como ha lago e funicolare (Brunate) in centro. Poi, la crescita d’immagine negli anni legata a influencer come George Clooney che hanno preso casa (villa) sul Lario. Mettiamoci inoltre l’entusiasmo generato dal Como calcio approdato in Serie A. E infine, la tipologia delle attività nel centro storico: molti più locali e negozi, la maggioranza di piccole dimensioni che sono meno appetibili dalle grandi catene e quindi diventano vetrine di prodotti e marchi ricercati, diversi.
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